È stata ascoltata oggi in Commissione parlamentare d’inchiesta Giuseppa Geremia, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Roma. Titolare, dal 19 maggio 1983 al 4 agosto 1983, del processo sulla scomparsa di Mirella Gregori e di un procedimento connesso alla scomparsa di Emanuela Orlandi: “Sono convinta che se non si sblocca qualcosa in Vaticano, di Emanuela non sapremo mai nulla. Anche la collega Rando (giudice istruttore dal '90 al '97) si è lamentata più volte della mancata collaborazione del Vaticano”. Emanuela, ricordiamo, nonostante sia scomparsa su suolo italiano il 22 giugno 1983, era comunque una cittadina vaticana. Scomparsa su cui la Santa Sede, almeno pubblicamente, non ha mai indagato se non aprendo la prima inchiesta poco più di un anno fa. Ben quarant’anni dopo. Tempi biblici.
E sulla scomparsa di Mirella Gregori, anche lei quindicenne scomparsa il 7 maggio 1983: “Non si arrivò a nulla e credo che a nulla siamo ancora adesso. Si fecero all'epoca supposizioni su quale potesse essere la matrice perché nel periodo della sparizione di Gregori e Orlandi sparirono a Roma numerose ragazze, tutte nella fascia di età 15 anni e poco più, ma anche questa non si rivelò una pista fondata. La pista della possibile tratta delle bianche venne collegata in senso lato anche a una affermazione che aveva fatto Mirella qualche giorno prima della sparizione alla madre, alla quale aveva detto che a breve avrebbe avuto del denaro per comprare una casa". Frase, questa, presa da tutt’altro contesto e piegata alla teoria di turno. Mirella, come più volte sostenuto dalla sorella Maria Antonietta non era affatto nella possibilità di acquistare una casa, ma era soltanto il desiderio di una ragazzina che avrebbe voluto aiutare i genitori.