Per una persona di ottantuno anni forse l’ipotesi di governare, per il secondo mandato, il Paese più grande e importante (e problematico) del mondo, forse non è la scelta migliore. Eppure Joe Biden sembra non voler mollare il colpo. Nulla ha potuto il suo tragico dibattito di giugno contro l’avversario repubblicano Donald Trump, sopravvissuto con un pizzico di fortuna a un attentato durante un convegno; e nulla hanno potuto le pressioni del suo partito, quello dei democratici, nel convincerlo ad abbandonare la corsa alla Casa Bianca a favore di un sostituto, magari più giovane, e magari anche più reattivo. Adesso, a frenare ancora di più (come se ce ne fosse bisogno), Biden ci ha pensato anche il Covid. Il Presidente, infatti, ha annunciato di essere risultato positivo alla malattia, assicurando però di sentirsi “molto bene” (fonte Ansa). Ma dopo l’ultimo imbarazzante video, in cui il politico fatica a salire in auto dopo essere atterrato in Delaware, e viene palesemente aiutato da uno delle sue guardie del corpo, che sembra quasi prenderlo in braccio e caricarlo nel veicolo, la domanda è d’obbligo: ma come caz*o è messo Biden?
Insomma, bisogna essere pure onesti, i filmati in cui inciampava in continuazione sulle scalette dell’Air Force One, l’iconico aereo personale del Presidente degli Stati Uniti d’America, non sono nulla in confronto a questo. Da fonti istituzionali ancora non è arrivato alcun commento riguardo all’episodio, e difficilmente arriveranno. Intanto, però, alcune testate d’oltreoceano come New York Post, parlano di apertura di Biden, soprattutto dopo la sua positività al Covid, alla candidatura di un suo sostituto; che nelle ultime ore ha preso il nome della sua vicepresidente Kamala Harris. “Dopo quasi un mese di aspre critiche in seguito alla sua disastrosa prestazione nel primo dibattito – si legge sul giornale americano –, Biden […] è passato dal dire ‘Kamala non può vincere’ a ‘pensi che Kamala possa vincere?’”, la fonte in questo caso è un consigliere anonimo ascoltato dalla Cnn. Comunque sia, questo ultimo (e sicuramente umiliante) video rischia di essere un vero colpo (forse quello decisivo) per l’immagine dell’attuale presidente degli States, soprattutto se viene fatto un confronto con il suo avversario: da una parte un uomo che, dopo aver subito un attentato, scende dal palco con il pugno alzato, un orecchio sanguinante e urlando “fight, fight!”; dall’altra, invece, uno che non riesce nemmeno a salire in auto. Insomma, il paragone, per il leader democratico, è quasi deprimente.