Non servono complotti, piste estere o servizi segreti. Basta guardare sotto casa. È il mantra che ormai da tempo accompagna la scomparsa di Mirella Gregori, sparita il 7 maggio 1983 a Roma. Quindici anni e una vita ancora tutta da scrivere, interrotta in un pomeriggio troppo normale per essere vero. Si parlò per anni di “pista Orlandi”, la si accostò a Vaticano, terrorismo, misteri italiani. E invece, secondo molti, tra cui la criminologa Roberta Bruzzone, bisognerebbe tornare al punto zero: l’entourage più vicino alla ragazza. Amori, amicizie, conoscenti. Quelli che c’erano, ma che nessuno ha mai davvero ascoltato. Quel sabato pomeriggio, Mirella riceve una telefonata al citofono. Chiama un certo “Alessandro”, il nome di un ex compagno delle medie. Ma chi era davvero? Scende. Si ferma pochi minuti al bar dell’amica Sonia. Poi forse si dirige verso Piazzale di Porta Pia, a trecento metri da casa. E svanisce. Le indagini, per decenni, hanno girato attorno a una manciata di persone. Senza sbocchi. Ora la Commissione parlamentare d’inchiesta è in fase di stallo. E mentre le piste note si consumano come carta vetrata, la Bruzzone propone di allungare il raggio. Di poco. Ma quanto basta.

«Nei diari di Mirella ci sono nomi mai ascoltati. E i testimoni sentiti finora hanno raccontato versioni contraddittorie» spiega. Tra i nomi segnalati nell'esposto appena consegnato in Procura, salta fuori Massimo C., ex fidanzato di Mirella. Storia intensa, durata un anno e mezzo. Nessuno lo ha mai interrogato. Manca anche Simona D.S., ex compagna di scuola, che parlò di un uomo che le seguiva in auto prima della scomparsa. Il verbale? Scomparso pure lui. Le agende telefoniche di Mirella? Piene di contatti mai verificati. «Solo in quella dell’83 ne abbiamo contati 59». E poi c’è il capitolo più surreale: la poesia. Un testo malinconico, firmato “Marco”, comparso nel diario della ragazza nel gennaio ’81. Non è sua la calligrafia. Scopriamo poi che l’autore è Giuseppe Cali, il cameriere del bar sotto casa. La scrisse, disse lui, per il suo compleanno. Poi Mirella la ricopia, due anni dopo, dedicandola a “Massimo”. Ma quale? Forti, il fidanzato dell’epoca? O Massimo C., l’ex? C’è dell’altro: la stessa poesia riappare nel 2015 in un libro di poesie firmato da un misterioso “Soleluna”, pubblicato da una casa editrice di Villanova di Guidonia. Coincidenze? Mirella scompare in 300 metri. Ma le domande, 42 anni dopo, restano ancora a distanza siderale da una risposta.

