Il giallo attorno a Emanuela Orlandi, quindicenne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983, continua. È di poche ore fa la scoperta di un fascicolo vuoto sulla sua sparizione conservato all’Archivio di Stato Centrale. Ma cosa conteneva quel dossier, e perché i documenti al suo interno non ci sono più? Sulla questione è intervenuto il senatore Andrea De Priamo, presidente della Commissione d’inchiesta che indaga sulla sparizione di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori: “Escludo che il materiale sia stato depositato e poi sottratto. Potrebbe essere materiale utile alle nostre indagini, partirei dal chiedere alle autorità preposte se ci possono aiutare in tal senso perché immagino che i materiali siano in possesso di autorità pubbliche, non posso immaginare che siano stati sottratti. Ci potremmo trovare ad esempio di fronte a un caso di desecretazione più formale che altro, cioè si annuncia la desecretazione di alcuni atti ma poi si desecreta solo l'elenco ma è tutto da verificare e dimostrare. Ci stiamo lavorando”.
Al momento il fascicolo dal titolo «Ministero dell'Interno - Direzione centrale della pubblica sicurezza - U.C.I.G.O.S. - Scomparsa Emanuela Orlandi», contiene solo quattro fogli: la copertina e tre pagine che altro non sono che l’indice degli allegati assenti. Probabilmente si tratterebbe di un faldone di 3 volumi, in uno dei quali si menziona anche Alì Agcà, l’uomo che tentò di uccidere papa Wojtyla. Il fascicolo è stato spostato all'Archivio Centrale dello Stato nel 2017, per effetto della Direttiva Renzi del 22 aprile 2014 “per il versamento di documentazione degli Organismi di informazione per la sicurezza della Repubblica al fine di consentire la ricostruzione storica di alcuni dei gravissimi fatti che hanno segnato la storia italiana. Bisognerà ora stabilire cosa contenevano realmente i documenti contenuti nel fascicolo…