Si torna a discutere del caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana sparita a Roma il 22 giugno 1983, grazie alle dichiarazioni di Marino Vulpiani, un personaggio chiave nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa. Vulpiani, all'epoca studente di medicina, era amico dell'agente del SISDE Giulio Gangi, il primo a condurre le indagini ufficiali sul caso. Vulpiani è stato ascoltato dalla Commissione bicamerale d’inchiesta che indaga sul caso Orlandi, e le sue parole hanno aggiunto nuovi dettagli, e alimentato nuovi misteri. Vulpiani ha ribadito di non aver mai lavorato per i servizi segreti e di non ricordare se sia mai entrato nella casa degli Orlandi. Sebbene ammetta di aver conosciuto Federica Orlandi, la sorella di Emanuela, durante le estati a Torano, un paesino di provincia, Vulpiani sostiene di essere stato scambiato per un agente del SISDE a causa della sua frequentazione con Gangi. Non è mai stato lui, però, a entrare in casa Orlandi, ma piuttosto Gangi, che avrebbe conosciuto Monica Meneguzzi, la cugina di Emanuela. Gangi, secondo Vulpiani, era innamorato della ragazza, ma lei non ricambiava. Le sue dichiarazioni sembrano entrare in conflitto con quelle del cugino di Emanuela, Pietro Meneguzzi, che ha affermato che Gangi non conosceva Monica prima della scomparsa di Emanuela, e che si era confuso nei suoi racconti.
![Emanuela Orlandi](https://crm-img.stcrm.it/images/42338709/2000x/20240511-122440416-2049.jpg)
![20250207 152952659 5121](https://crm-img.stcrm.it/images/42338710/2000x/20250207-152952659-5121.jpg)
Il racconto di Vulpiani solleva anche interrogativi sulle date. Mentre Ercole Orlandi, il padre di Emanuela, ha riferito che Vulpiani e Gangi si presentarono a casa loro quattro giorni dopo la scomparsa della figlia, Vulpiani non è certo di essere mai entrato in casa, ricordando solo un episodio di difficoltà nel parcheggiare, ma nulla di più. A ciò si aggiunge l'ambiguità riguardo al ruolo di Gangi, che, sebbene avesse iniziato le indagini come agente del SISDE, fu allontanato dai servizi nel 1993 per "indagini inopportune". La sua versione sulla scomparsa di Emanuela ha più volte vacillato, ma ciò che resta centrale è il suo coinvolgimento nei primi passi investigativi. Un altro punto controverso riguarda la ricerca di una BMW verde, che Gangi individuò in un'officina e che, secondo lui, era stata portata da una donna con un vetro rotto. Gangi aveva iniziato a investigare sulla macchina sospetta, ma al ritorno in ufficio, fu sgridato dai suoi superiori. Vulpiani ha confermato l'episodio, raccontando di come Gangi fosse arrabbiato per essere stato ripreso. In un'altra occasione, Gangi aveva anche ipotizzato che la scomparsa di Emanuela potesse essere legata alla tratta delle bianche, ma le indagini non portarono mai a risultati concreti. Le dichiarazioni di Vulpiani e Gangi non solo gettano nuova luce sul caso, ma alimentano anche i dubbi su quale fosse il vero ruolo dei servizi segreti in questa vicenda. La confusione tra testimonianze, date e i misteri irrisolti continuano a rendere il caso Orlandi uno dei più oscuri e discussi della storia italiana recente.
![Emanuela Orlandi con suo fratello Pietro](https://crm-img.stcrm.it/images/42338711/2000x/20230423-224329152-6557.jpg)
![20250207 152952659 5121](https://crm-img.stcrm.it/images/42338718/2000x/20250207-152952659-5121.jpg)