Il ritrovamento di resti umani a Castel Sant'Angelo, avvenuto lo scorso 25 febbraio, potrebbe secondo alcuni ricollegarsi al caso di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina scomparsa nel 1983. La scoperta delle ossa, fatta da alcuni operai durante lavori di ispezione nel mausoleo romano, ha sollevato una nuova teoria che potrebbe ricollegare i resti proprio alla ragazza di cui si sono perse le tracce quasi 42 anni fa. Il ritrovamento è avvenuto all’interno di un pozzo situato nei sotterranei del castello, che un tempo veniva utilizzato come prigione. A segnalare la presenza delle ossa sono stati gli operai che stavano verificando infiltrazioni di acqua in un cunicolo. La direttrice del museo, subito dopo aver ricevuto la notizia, ha avvertito i carabinieri, che hanno provveduto a sequestrare l’area per ulteriori indagini. I resti sono ora sotto esame per determinarne l’epoca e verificare se possano avere un valore storico. La tesi che ricollega la scoperta ai resti di Emanuela Orlandi si basa sulle dichiarazioni di Antonio Goglia, ex carabiniere e impiegato comunale, che nel giugno del 2023 aveva inviato una lettera al sostituto procuratore Stefano Luciani, incaricato di riaprire le indagini sul caso. Goglia, che si era già fatto portavoce di altre ipotesi non confermate, ha scritto che nei sotterranei di Castel Sant’Angelo, dietro una porta rinforzata, si carebbe una stanza di circa 20 metri quadrati dove si troverebbero i resti di Emanuela Orlandi, insieme a quelli di Mirella Gregori, un’altra giovane scomparsa nel 1983.


Goglia aveva anche dichiarato di assumersi la responsabilità delle sue affermazioni, seppur anticipando che non sarebbe stato difficile accedere al posto indicato per un sopralluogo. Tuttavia, la teoria avanzata dall'ex carabiniere è stata subito respinta con fermezza da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. "È pura follia", ha commentato, non risparmiando critiche nei confronti di Goglia. Secondo Pietro, le dichiarazioni dell'ex carabiniere sono sempre state prive di fondamento, sottolineando che in passato Goglia aveva avanzato ipotesi altrettanto fantasiose e mai confermate, spaziando dalla teologia della liberazione ai preti pedofili di Boston, fino a teorie sul terrorismo e i Marrani. “Ogni volta ha scritto alla procura, ma sempre senza alcun riscontro”, ha ribadito Pietro, discreditando ancora una volta l’ipotesi. In attesa dei risultati degli esami scientifici sui resti trovati, il caso di Emanuela Orlandi continua a essere avvolto dal mistero, e il ritrovamento di queste ossa potrebbe, purtroppo, alimentare nuove speculazioni.

