È successo davvero? Sì, è successo davvero. Nel pomeriggio di sabato 18 gennaio Pietro Orlandi, fratello della quindicenne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983, ha organizzato un sit-in a Roma per ricordare la sorella che, solo pochi prima, aveva compiuto cinquantasette anni. Anche se, nell’immaginario di tutti, continua ad essere ancora la ragazzina con la fascia nera tra i capelli. Un sit-in che, come quello per l’anniversario della sua scomparsa, si ripete ogni anno. E che vede la partecipazione di tantissima gente, proveniente da ogni parte d’Italia che si mette in viaggio per mostrare la sua solidarietà sia alla famiglia Orlandi, che a tutte le famiglie di persone scomparse. Anche noi di MOW eravamo presenti, insieme a donne, uomini e bambini che sono scesi in piazza con manifesti, foto e cartelloni a chiedere verità e giustizia per Emanuela. Eppure non tutti, a quanto pare, la pensano così. Pietro Orlandi, infatti, ha raccontato un fatto spiacevole accaduto il giorno dopo il sit-in: “Sabato delle persone sono venute a Roma con delle foto di Emanuela per partecipare al sit-in e dare, come nei precedenti incontri, la loro solidarietà. La mattina seguente, prima di ripartire, decidono di visitare la Basilica di Santa Maria Maggiore: avevano lo zainetto con all'interno le foto utilizzate al sit-in”.
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Ed ecco cosa è accaduto: “Come è ormai prassi, in questo periodo, vengono ispezionate le borse di chi vuole accedere alla Basilica. Aprono e non trovano pistole, bombe a mano o coltelli, ma peggio, trovano le foto di Emanuela che immediatamente vengono sequestrate e tenute fuori dalla Basilica, solo in questo modo è stato permesso alle persone di entrare. È assurdo ma Emanuela, o meglio la foto di Emanuela, è dovuta restare fuori, è rimasta sequestrata fuori dalla Basilica. All'uscita le foto sono state restituite alle proprietarie che sono state fatte accompagnare a un’uscita secondaria. Siamo arrivati a questo punto, povera Emanuela, non c'è fine alla vergogna, penso che qualcuno dovrà scusarsi. Al sit-in c'era uno striscione con scritto "chi ha paura di Emanuela?". Credo siano in tanti”.
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