Ciò che succede intorno a San Siro conta più di quello che avviene dentro. E da quello che emerge dall’inchiesta della procura di Milano sugli ultrà di Milan e Inter, conta sicuramente più delle faccende di campo. Più del tifo e dell’amore per la maglia. Per fortuna, non è così per tutti, come abbiamo spiegato in questo articolo. Sono però molti gli indagati e per diverse ragioni. Tra queste c’è la gestione dei parcheggi, anche questo uno dei punti che abbiamo fin da subito evidenziato. Pare che durante l’ultima partita di Champions League tra Inter e Stella Rossa i parcheggi fossero gratuiti. Come mai? Era la prima uscita dei nerazzurri dopo la serie di arresti: forse non è stato possibile tenere sotto controllo, dato il caos, gli spazi fuori dal Meazza? Resta da chiarire il reale motivo. Nel frattempo, l’arresto di Giuseppe Caminiti detto “Pinuccio”, figura chiave di questo business parallelo, ha permesso alla procura di risolvere un vecchio caso. Si tratta dell’omicidio di Fausto Borgioli, uomo della banda del criminale Francis Turatello, avvenuto il 19 ottobre del 1992. Un’intercettazione ambientale del 27 gennaio 2021 avrebbe catturato la confessione di Caminiti, che in quella occasione avrebbe anche rivelato il motivo dell’assassinio: “Abbiamo scoperto che erano confidenti della polizia (…) Una delle peggiori situazioni della mia vita”. “Un giorno ti spiegherò la storia di questa via qua”, dice ancora Caminiti in un’altra intercettazione in riferimento a via Montegani 10, dove Borgioli venne preso prima di essere ucciso in via Pietro Strozzi. Dove l’omicida, sempre stando alle parole dette al telefono, venne “sverginato”. Un’ulteriore prova, poi, è costituita dalla confessione di un collaboratore di giustizia a cui il mandante di Caminiti aveva parlato di un borsone pieno di armi, tra cui temeva ci fosse anche la pistola usata da Pinuccio.
Insomma, i fatti del presente si collegano, seppur non direttamente, a quelli del passato. Dell’oggi, però, restano le indagini sulla gestione dei parcheggi. Di nuovo: Pinuccio era certamente una figura chiave e il suo arresto ha di certo reso l’amministrazione degli spazi fuori dal Meazza più complessa. Ma l’uomo della curva, pare, non agiva da solo. Infatti, dalle indagini della procura emergono anche i nomi di Aldo Russo, cognato di Paolo Maldini, e suo fratello Mauro Russo, amministratore delegato di una società, la Go Old 50 srl, di cui l’ex capitano del Milan e Christian Vieri sono soci. Al momento, solo Mauro è indagato. Aldo, però, avrebbe fornito i contatti con i rossoneri per facilitare l’imprenditore Gherardo Zaccagni, finito ai domiciliari con l’accusa di corruzione tra privati. Zaccagni, secondo la procura, avrebbe dato un quadro dal valore di 10mila euro a Manfredi Palmeri, consigliere regionale in quota centrodestra, in cambio dell’assegnazione dell’appalto relativo alla gestione dei parcheggi.