Fino a qualche giorno fa, la frase: “Il calcio è un mondo sporco”, sarebbe suonata retorica. Non perché non ci fosse della verità in quell’espressione, ma semplicemente perché è una cosa che sanno tutti. Troppi soldi, interessi, contraddizioni e, va detto, una risposta da parte dei protagonisti, calciatori in primis, che spesso tarda ad arrivare o è insufficiente. L’indagine della procura di Milano però impone a tutti di guardare davvero cosa accade nelle curve, tra i gruppi ultras. E il marcio, probabilmente, non sta solo a San Siro. Sembra retorico, in questo momento, dire anche che: “Il tifo organizzato non è tutto uguale, non è tutto criminale”. Anche questo, si sa. Martedì 1 ottobre l’Inter giocava in Champions League contro la Stella Rossa, la prima partita senza gli ex capi della curva. In transenna c’era Christian Lembo, fondatore del club Amici interisti e forse il nuovo nome che si prenderà (Lembo non è indagato) la Nord del Meazza. Chi era allo stadio ci ha raccontato di come Lembo motivasse tutti i presenti, si complimentasse dopo ogni coro. Lanciando canti che “in curva non si sentivano da un po'”. Ecco chi è che ha guidato gli ultrà dopo la morte di Antonio Bellocco e gli arresti dei grandi nomi del tifo organizzato nerazzurro.
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La fondazione del club Amici interisti nel Canavese
“Siamo partiti in tre con una chat per parlare e discutere sull’Inter e in pochi anni siamo arrivati ad essere più di cento. Da qui a passare a creare un Inter Club (la sede sociale del club è a Chivasso, vicino a Torino, ndr) il passo è stato breve”, disse Lembo in un’intervista a maggio del 2019, quando il progetto Amici interisti divenne realtà. La prima partita del gruppo fu Inter-Empoli del 26 maggio, in cui i nerazzurri si giocavano l’entrata in Champions l’anno successivo. In panchina c’era Luciano Spalletti, ma Antonio Conte osservava già i giocatori dalla tribuna. Sono passati cinque anni da quella partita così importante per il futuro dell’Inter e da quel primo viaggio del Club Amici interisti. E ora Christian Lembo si trova, forse inaspettatamente, a guidare i cori di tutta la Nord.
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La prima partita dopo l’indagine della procura
Inter contro Stella Rossa, dicevamo. Partita fondamentale per il percorso europeo dei campioni d’Italia. Contro il Manchester City un punto era stato portato a casa, ma stavolta, in casa, serviva una vittoria. La prestazione non è delle migliori, in linea con un inizio di stagione fuori fuoco per tutta la squadra, ma sufficiente a centrare il risultato. Questa, però, era soprattutto la prima partita senza i big della curva. Senza Bellocco, Marco Ferdico o Andrea Beretta. Ed ecco che la transenna è di Lembo. “Non fate di tutta l’erba un fascio, la Nord è anche questo: tifo”, scrive qualcuno sui social. Sono tante le storie Instagram di sostegno all’ultrà: “Siamo con te”, “È il tuo momento”, “Capo popolo”. Tanto entusiasmo in un momento così difficile.
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Oltre gli interessi economici, l’infiltrazione malavitosa e i ricatti sui biglietti: il tifo esiste ancora. Ed esiste anche il tifo degli ultras. Dalle storie di Lembo e degli altri emerge una cosa: l’amore per la maglia e tutti quei chilometri fatti, come risuona il coro, per vedere l’Inter. Chi era allo stadio non ha potuto fare a meno di notare che “Lembo ha incitato la curva a cantare ed elargito complimenti a tutti alla fine di ogni coro. È stato molto bravo, molto motivante e poi ha anche fatto dei cori che ultimamente si sentivano poco”. Buona la prima, insomma. E sabato c'è un altra grande partita: a San Siro, infatti, arriva il Torino.
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