Il 9 maggio, in occasione della cena di gala a Milano, si è tenuto, alla presenza di Chiara Ferragni, l’evento Camera Moda Fashion Trust Grant 2024, iniziativa nata all’interno di Camera Moda per promuovere i talenti indipendenti del made in Italy. I quattro premiati sono stati gli stilisti Lorenzo Seghezzi, Niccolò Pasqualetti, Francesco Murano e Andrea Adamo. L'imprenditrice digitale fa parte del comitato consultivo di Fashion Trust, iniziativa non profit della Camera della moda. Il presidente Carlo Capasa, presente all’evento, in passato, sull’affaire Ferragni aveva di chiarato che “se sarà alle sfilate di Milano lo vedremo poi, è un fatto di relazioni personali. Chiara Ferragni continuerà a far parte del comitato consultivo Camera moda Fashion Trust. Abbiamo fiducia nella giustizia, aspettiamo di vedere quello che succede”. Dichiarazioni garantiste che propendono in favore dell’influencer. Ma allora come mai Capasa non ha mai fatto nemmeno un accenno alla presenza della Ferragni all’evento? Forse perché non è stato taggato in qualche storia? Perché non aveva del materiale fotografico? Non è proprio così.
Chiara infatti, dopo essere stata menzionata dal più noto agente di modelle Piero Piazzi, da Anna Dello Russo, da Umberta Gnutti Beretta, ha condiviso anche delle foto con Capasa, dicendosi “fiera di essere all’evento al fianco del Presidente della Camera nazionale della Moda”. Poi qualche ora dopo ne ha messa un’altra con lui, all’indomani dell’evento, ma sul profilo del Presidente nessuna traccia della regina delle influencer. Eppure, Capasa ha anche postato un video della serata, in cui compaiono gli stilisti e altri personaggi ma mai Chiara. Ciò nonostante, anche lì sono arrivati gli insulti di chi grida alla vergogna e allo schifo. Probabilmente non ha postato nulla su di lei per evitare questo effetto rebound che ora è comunque contenuto? Ma allora perché invitarla e non accostarsi alla sua immagine? Restano degli interrogativi senza una risposta, che vanno ben al di là del solo gossip. Ci stiamo chiedendo quando come e se una persona verrà riabilitata, se la gogna mediatica finirà mai, e soprattutto perché, proprio chi la invita, come anche l’associazione no-profit, non lasci tracce della sua presenza. La scelta dovrebbe essere dentro o fuori. Questa via di mezzo ha un retrogusto un po’ amaro. E un po' ipocrita?