Ma se La Gintoneria di Davide Lacerenza resta chiusa: quale futuro aspetta i dipendenti? A rispondere a questa domanda è il consulente del lavoro Pierpaolo D’Andria, che in un breve video condiviso su YouTube ha analizzato la situazione del noto locale milanese al centro di vari scandali. Se il Questore di Milano ha recentemente revocato la licenza al titolare de La Gintoneria, che attualmente risulta agli arresti domiciliari e indagato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e per sfruttamento della prostituzione, e il locale non riapre, che ne sarà dei lavoratori? Secondo D’Andria, prima di tutto c'è una cosa importante da tenere a mente. Ovvero che i contratti di lavoro non si chiudono automaticamente. In casi del genere questo significa che i dipendenti restano formalmente assunti, ma senza poter lavorare, niente stipendio, rischiano di rimanere “in un limbo”. E se la chiusura si protrae senza una chiara prospettiva di riapertura?

Ecco che qui ci sarebbero due possibili scenari. Secondo D'Andria: “Se l'attività resta chiusa in modo permanente, l'azienda può procedere con il licenziamento per giustificato motivo oggettivo. In questo caso, il lavoratore avrà diritto alla NASpI”. Quest'ultima la misura atta a garantire una continuità di reddito per coloro che incorrono in un periodo di disoccupazione involontaria. E in caso di sospensione dell’attività senza licenziamento? “Se invece l'azienda rimane ferma, non licenzia e non paga gli stipendi, il lavoratore potrà dimettersi per giusta causa e ottenere comunque la NASpI”, aggiunge il consulente nel suo video.

