I nostri figli sono sempre più poveri da tutti punti di vista, intellettuale, spirituale, materiale. Lo dicono i dati Istat usciti in questi giorni, sui giovani e sulla povertà. E sono preoccupanti. Molto. E la cappa di silenzio e che c'è intorno a questi dati è devastante. Insomma, ci stiamo giocando il futuro dei nostri figli e nessuno dice niente. Non solo, i nostri ragazzi sono sempre più armati o vittime di un disagio crescente e trattiamo queste notizie come casi singoli, separati. Ok, leggiamo i dati Istat: il 70,5% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 19 anni non è mai andato in biblioteca nel 2023. Mai. Nel 2019 era il 63,9%: in 4 anni c'è stato un aumento del 7%. Nel 2023 quasi il 40% non ha praticato sport. Il 16,8% tra i 6 e i 19 anni non ha visto uno spettacolo che sia uno fuori casa, al cinema, in teatro, un concerto; non ha visitato né un museo, né una mostra, né un monumento.
E ancora, il 10,5% tra i 18 e i 24 anni ha lasciato le scuole superiori, con più di 1 milione di minori (il 14%) che vivono in povertà assoluta (+4,6 dal 2014). Ecco, i poveri. Aumenta l'occupazione (di poco) ma aumentano i lavoratori che restano poveri. E i poveri aumentano soprattutto al Nord. Senza contare, in questa situazione disastrata, i disabili. Una delle mie figlie lo è e anche lei, come a molti altri in tutta Italia, sono state diminuite le ore di assistenza. Il motivo ufficiale? I disabili sono aumentati in maniera esponenziale e i fondi erogati dalle Regioni non bastano più. Dopo anni di sprechi. Dopo certificazioni senza controllo. Insomma la scuola è un disastro, la cultura viene trattata male e ormai è una roba da 60enni, ma da 60enni se va bene. Dovremmo ripopolare le biblioteche, promuovere le piccole librerie, invece delle grandi catene piene di libri scritti da influencer e personaggi televisivi, non c'è un programma, un'idea, un progetto sul lungo termine per alzare il livello culturale di questo Paese e noi sui giornali continuiamo a parlare delle nomine del ministro Alessandro Giuli, degli amichetti, delle amanti, dei programmi sempre più trash. Come ha detto Toni Servillo: "Il patrimonio che fa risplendere il nostro Paese è la cultura. Non investire e incoraggiare questo settore partendo dalla scuola e poi andando oltre, ai licei, ai teatri, al cinema significa rinunciare al risveglio civile di questo Paese".