È possibile che nel territorio trapanese le istituzioni si muovano solo e soltanto dopo l’opinione pubblica? È possibile che sia sempre la terra dei “non so”, “non ricordo”, “non c’ero e se c’ero non me n’ero accorto”, quando in realtà le commistioni sono evidenti, note e palesi a tutti, soprattutto a chi quel territorio dovrebbe amministrarlo? Parliamo di mafia, sì. E di legami con la politica. Di Matteo Messina Denaro e del Comune di Campobello, quello che ha ospitato la latitanza del boss. Perché una settimana fa è andata in onda la puntata di Report proprio sul clima omertoso che regna in questa città. Uno degli aspetti trattati era su una società cooperativa, dal nome Cibus, che si occupa di “ristorazione con somministrazione”. Ecco, ora grazie a documenti inediti di cui siamo entrati in possesso scopriamo una serie di stranezze che ci fanno porre delle domande. Sempre le solite. Ma andiamo con ordine.
Il Comune di Campobello ha revocato la “approvazione del verbale di asta pubblica con il quale si affidava in locazione il bene confiscato alla criminalità organizzata sito in via Trapani n. 5, frazione di Tre Fontane, Campobello di Mazara e revoca degli atti conseguenziali”. Tradotto dal burocratese, significa che l’amministrazione del sindaco Castiglione si è rimangiata l’assegnazione del locale pubblico alla cooperativa Cibus, che ci aveva fatto un ristorante. Un ristorante sul quale Report aveva provato a vederci più chiaro, sentendo anche il sindaco stesso, che come di consueto aveva risposto in maniera attendista e poco convincente. Il problema? La legale rappresentante della Cibus (presidente del Consiglio di amministrazione nonché “delegata alla somministrazione”) è Franca Lanceri, sorella di Lorena Lanceri, la vivandiera di Matteo Messina Denaro arrestata assieme al marito Emanuele Bonafede il 16 marzo. Per interpretare il contenuto della determina comunale, piena di omissis, ci vuole un rabdomante degli atti pubblici (a proposito di trasparenza, ma questo non è un problema solo di Campobello), ma a togliere ogni dubbio ci pensa il documento della Prefettura di Trapani (Ufficio territoriale del Governo), con numero di fascicolo 1404/2023/Area 1/Antimafia di cui siamo entrati in possesso (una interdittiva) e che “rileva” il legame tra Lanceri e Messina Denaro e lo fa sapere al Comune. Un provvedimento datato 8 maggio (casualmente la data della messa in onda della puntata di Report) a cui è seguita la determina comunale datata 10 maggio, ora pubblicata sull’albo pretorio, puntualmente “in codice” e senza che sia apertamente consultabile l’allegato alla determina. Ma ci voleva Report per far emergere il problema? E ci voleva l’attenzione mediatica, tra cui quella a più riprese di MOW, per far prendere le distanze al Pd dal “suo” sindaco? A quanto pare sì, ed è anche questo un problema bello grosso: è credibile che nessuno di chi conta e amministra a Campobello sapesse quello che accadeva in paese e chi fosse dietro a determinate realtà, che a ben vedere sono sempre le stesse persone, riconducibili sempre allo stesso circolo? O forse lo sapevano e… Difficile decidere cosa sia peggio.
“Emanuele Bonafede – diceva l’inviata Claudia Di Pasquale su Rai 3 – d’estate lavorava come cameriere per il ristorante Cibus. Il paradosso è che questo locale si trova all'interno di un immobile confiscato ai familiari di un imprenditore ritenuto vicino agli ambienti mafiosi di Campobello e Castelvetrano. E oggi a gestirlo è il cognato di Emanuele Bonafede. […] Nel 2017 l'amministrazione giudiziaria affitta il ristorante alla cooperativa Cibus, amministratrice Franca Lanceri, sorella di Lorena, la vivandiera di Matteo Messina Denaro. Poi però nel 2019 la confisca dell'immobile diventa definitiva e Cibus deve levare le tende. Cosa che non avviene. Alla fine, solo lo scorso dicembre l'agenzia dei beni confiscati assegna il fabbricato al Comune di Campobello. E cosa fa il sindaco Castiglione?”
“Siccome non possiamo fare assegnazione diretta – le parole del sindaco – abbiamo fatto un bando, una manifestazione pubblica per vedere quanti fossero interessati. […] E ha partecipato solo Cibus”. Ovvero, la società che fa capo alla sorella della pseudoamante-vivandiera di MMD Lorena Lanceri. Che, quindi, si è portata a casa la riassegnazione… Con in più un’anomalia non da poco: “La scadenza per la presentazione delle offerte era il 21 marzo. Eppure la cooperativa Cibus – ha spiegato Di Pasquale – già il giorno prima stava effettuando dei lavori per riaprire il locale”. Inoltre “l’assegnazione del bene è avvenuta a due settimane dall’arresto di Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri”.
La risposta di Castiglione? “Considerato che c'è questa situazione noi abbiamo chiesto, stiamo chiedendo l'antimafia per tutti i soci e abbiamo scritto pure alla Prefettura per sapere cosa dobbiamo fare”. Ma c’era bisogno della Prefettura? Come detto da Report, era già emerso che la vivandiera Lorena Lanceri ha scritto queste parole a Matteo Messina Denaro: “Il bello della mia vita è stato quello di incontrarti facendomi un regalo in gran stile, […] quel regalo sei tu”.
E qui Castiglione si è superato: “Con questi comportamenti, secondo me, fa pensare che non è più lui il reggente. Questo parla di disturbare femmine e di andarci a letto”.
Cioè secondo lui Messina Denaro non era più un capomafia? “Secondo me, ma non può essere ora uno che è ricercato a livello mondiale e decide negli ultimi due anni di mettersi a girare per le vie del paese? Ma che mafioso è? Oggi?”
Un pensiero definitivo “molto pericoloso” dall’inviata di Report. E forse “molto pericoloso” è un giudizio riduttivo, considerando che nel 2020 Matteo Messina Denaro è stato condannato all'ergastolo in primo grado come uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via d'Amelio. E, come se non bastasse, tra gli agenti della scorta di Borsellino morti in quel 19 luglio 1992 c'era anche Agostino Catalano, il cui fratello Salvatore abita proprio a Campobello.
Quali altre bombe mediatiche serviranno perché Castiglione si decida a dimettersi (o i suoi, che ancora in gran parte lo difendono, si decidano a “dimetterlo”)? A questo punto è lecito chiedersi quanto saranno contenti molti politici legati a certi intrecci nel caso in cui effettivamente, come si teme, Report venisse chiuso…