Un nuovo nemico si sta diffondendo e dovrebbe preoccupare tutti gli amanti dei macchinoni: le brigate anti-suv. A Milano avevano trovato Roberto Parodi e le critiche sembravano definitive, ma oltre la manica? Be’, oltre la manica c’è Jeremy Clarkson, che stavolta sottolinea la mancanza di logica nelle azioni e accuse di questi ambientalisti. “Il mese scorso si è verificato un tragico incidente. Una Land Rover è uscita di strada ed è finita nel parco giochi di una scuola, uccidendo due bambine di otto anni. Non sappiamo cosa abbia causato un incidente così terribile. Ma in qualche modo, un gruppo di eco-attivisti ha deciso che era colpa dell'auto”. Gli ambientalisti hanno pensato bene di farsi forti di questa loro convinzione per andare all’attacco di rivenditore di Land Rover: “Così, per ripagarla, hanno fatto visita di notte a un concessionario Land Rover di Exeter e hanno forato gli pneumatici di 60 auto”.
Ma c’è qualcosa che non torna nel ragionamento secondo Clarkson: “È un po' come bruciare la fabbrica Sabatier perché qualcuno è stato ucciso in una aggressione con un coltello. Non è logico”. Ma non finisce qui. Un’altra tesi si aggiunge, quella della dimensione inaccettabile proprio die Suv. “E la situazione peggiora quando si legge la dichiarazione degli ecologisti, secondo cui le 4x4 sono così grandi da essere intrinsecamente pericolose. Di conseguenza, vogliono organizzare così tanti attacchi da rendere impossibile il possesso di un SUV”. Ma davvero le cose stanno così? Clarkson ha un controesempio che ritiene dirimente e c’entra proprio un’auto italiana tutt’altro che enorme: “Questo mi porta alla storia di questa settimana di una fragile signora ottantenne che è stata uccisa a Malvern quando un'auto è salita sul marciapiede e ha travolto sei pedoni sul marciapiede. E qual era l'auto? Un Hummer? Una G Wagon? No. Era una Fiat 500. Era una Fiat 500”.