Jeremy Clarkson, e questa non è una novità, ce l’ha con tutti. Ma sarà per questo che sogna di fuggire su un’isola lontana e remota? L’idea, per quanto assurda possa sembrare, è balzata in mente a Jezza, come viene chiamato dai suoi fan, venendo a conoscenza della situazione di Phillip Schofield, famoso conduttore televisivo britannico sulle reti della Bbc e Itv, “licenziato – come scrive lo stesso Jeremy –, cancellato, sventrato e gettato nella spazzatura” dopo il suo coming out. Una situazione che ha fatto arrabbiare, per sua stessa ammissione, l’ex volto di Top Gear, e quindi, si legge nel suo articolo pubblicato sul The Sun, “l’ho chiamato e abbiamo fatto una lunga chiacchierata. Sentivo di parlare con un uomo completamente distrutto, che non riuscita a vedere la via di uscita da questa situazione. Sono stato felice, dunque, di sapere che alla fine l’ha trovata”. Schofield, infatti, di recente “è stato su una piccola isola con nient’altro che una telecamera per compagnia, e ha realizzato una specie di documentario introspettivo”. Ma non potremmo fare tutti così? In fin dei conti, commenta Clarkson, “l’Ucraina non accenna a migliorare, e la situazione in Israele sembra destinare a peggiorare ulteriormente. Praticamente tutto il nord Africa è un’area vietata, l’America sta sprofondando nella follia e […] prevedo che l’Europa si troverà ad affrontare dei seri problemi di immigrazione nel prossimo futuro”. E la situazione non migliora nel Regno Unito, dove “il nostro nuovo governo (quello guidato dal laburista Sir Keir Starmer, ndr) distruggerà sicuramente la nostra economia nei prossimi anni”. Ma per chi vuole salvarsi, forse, esiste una soluzione; parola di Jezza…
No, Jeremy non vuole andare in Madagascar come fatto da Schofield, “anche se potrebbe essere abbastanza lontano da sfuggire a qualsiasi spiacevole evento come un olocausto nucleare – ammette Jezza –, fa troppo caldo ed è pieno di zanzare”. Quindi? “Vorrei consigliare Tristan Da Cunha”. Un’isola spersa nell’Atlantico, semplicemente “il luogo più remoto della Terra – afferma Clarkson –. E quando dico remoto, intendo dire che gli isolani non sapevano nemmeno che la prima guerra mondiale fosse iniziata fino a un anno dopo la sua fine. E quando dico abitata, intendo che ha una popolazione di appena 250 abitanti”. Un luogo abbastanza isolato, quindi, no? Ma a parte i sogni di fuga, tornando con i piedi per terra, Jeremy ha voluto lanciare qualche frecciatina alla Bbc, che lo licenziò da Top Gear, visto che “gli indici di ascolto di Strictly come dancing (una sorta di Ballando con le stelle inglese, ndr) sono in caduta libera […] Ecco un’idea: ogni volta che accendo la Bbc (il che non capita spesso), trasmettono un talk show in cui l’ospite invita gli spettatori a guardare il suo nuovo drama su Netflix, Amazon o Apple […] Per esempio, il personale del McDondald’s non dice mai che la settimana successiva dovresti ordinare un curry o una pizza”. Ma tranquilli, tra isole remote e crisi televisive (e belliche), c’è anche il tempo per parlare di auto, come la Ford Escort trasformata in un’opera d’arte solamente perché ricoperta da un centrino gigante. E se pensate che l’avreste potuta fare anche voi vi sbagliate perché, scrive Jeremy, “eravate troppo impegnati a lavorare per vivere”. E poi ci sono le parolacce di Max Verstappen che hano creato una sorta di scandalo all’interno della Formula 1, tant’è che il campione olandese della Red Bull “ha ricevuto dalle autorità l’ordine di svolgere ‘un lavoro di interesse pubblico’”. In fin dei conti, “noi siamo il pubblico – scrive Clarkson – quindi cosa ci interesserebbe davvero vederlo fare? Mi piacerebbe molto vedere se riesce a cavalcare un maiale. O a mangiare cento fagioli in un minuto […] Se conoscessi Max, e non lo conosco – conclude Jezza –, non mi sorprenderei affatto se lui fosse d’accordo, e la settimana prossima sconterebbe la sua punizione bevendo una bottiglia di vodka a testa in giù”.