Alla fine, avevano ragione loro: tutto a posto. Nessuna bancarotta fraudolenta, nessuna colpa, nessuna condanna. Al massimo, qualche malinteso. Nel bel mezzo del risiko bancario, la Corte d’Appello di Ancona ha spazzato via le condanne di primo grado e assolto tutti i superstiti del processo per il crac di Banca Marche, dichiarato nel 2016. Dodici imputati totali, sei arrivati fino in fondo, sei assoluzioni piene. E un silenzioso applauso che si leva dai salotti buoni del credito italiano. Certo, ci sarebbe quel piccolo dettaglio dei risparmi di una vita volatilizzati, ma che volete che sia? Si vede che si è trattato di una crisi improvvisa, imprevista, inevitabile. Tipo la grandine a luglio. Solo che qui a rimetterci non sono stati i campi, ma decine di migliaia di famiglie. Tra gli assolti, Massimo Bianconi, ex direttore generale della banca, che in primo grado era stato condannato a dieci anni e mezzo. Oggi, invece, è stato restituito “il suo onore”. I risparmiatori, nel vortice del caos banche, invece, dovranno arrangiarsi con la dignità, e magari un avvocato di condominio.

L’avvocato di Bianconi ha parlato di “sentenza clamorosamente ingiusta” (quella del primo grado, ovviamente) e ha elogiato il “collegio attento e rigoroso”. Bianconi non era presente “per scaramanzia”, ha detto il legale. E ci mancherebbe: dopo aver rischiato dieci anni di carcere, meglio non sfidare la sorte entrando in aula con il sale in tasca. E così, il più grande crack bancario delle Marche si chiude – almeno per ora – con una valanga di assoluzioni. Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni, ma intanto il messaggio è chiaro: nessun colpevole. Solo una gigantesca e inspiegabile esplosione bancaria spontanea. Un mistero della fede economico-finanziaria. Una specie di triangolo delle Bermuda del risparmio: ci metti dentro i tuoi soldi e puff, non tornano più. Ma non chiedere chi ha spento la luce: la giustizia dice che non è stato nessuno. Nel frattempo, i risparmiatori – quelli veri, non i “clienti istituzionali” – restano a bocca asciutta. Ma con una lezione importante: non è detto che, se una banca ha il nome della tua regione, si comporti come una vicina di casa. Per fortuna, possiamo dormire sonni tranquilli: la prossima crisi bancaria ci coglierà comunque impreparati. E anche allora, nessuno avrà fatto niente.
