Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha risposto ufficialmente a UniCredit, confermando la piena legittimità delle prescrizioni contenute nel decreto sul golden power, “ma l’istituto potrà dimostrare che non è oggettivamente possibile rispettare uno o più paletti”, scrive Francesco Bertolino sul Corriere. Questi alcuni dei punti della lettera inviata ieri dal Mef alla banca guidata da Andrea Orcel che aveva chiesto delle delucidazioni sulle cinque prescrizioni presenti all’interno del decreto del 18 aprile. In risposta ai quesiti posti da UniCredit, il Mef ha chiarito che l’obbligo di cessare ogni attività in Russia non include la mera gestione dei pagamenti e della tesoreria per conto delle aziende italiane ancora presenti nel Paese. Questa precisazione risponderebbe, stando al quotidiano, a una delle preoccupazioni avanzate dalla banca, che temeva ripercussioni sulle imprese italiane operanti in Russia in caso di un’uscita precipitosa. Inoltre, il Mef ha ribadito che UniCredit ha la facoltà di comunicare e comprovare le circostanze che impediscano, in casi specifici, l’adempimento delle singole prescrizioni. Queste dovranno essere valutate secondo principi di “leale collaborazione e buona fede”. Un caso esemplare potrebbe essere quello in cui il governo russo di Vladimir Putin blocchi la cessione delle attività locali a investitori stranieri, come i fondi arabi recentemente interessati.

Il Ceo di UniCredit, Andrea Orcel, che si trovava alla presentazione della Relazione Annuale della Bankitalia, non ha commentato lo scambio epistolare con il Mef, ma ha ribadito l’impegno dell’istituto a sostenere l’economia reale. “In questo momento di forte turbolenza macroeconomica UniCredit è pronta a finanziare la domanda di credito di famiglie e imprese, in particolare quella delle Pmi, che sono al centro del sistema economico dell’Italia", avrebbe detto Orcel. Seduto al suo fianco, Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, ha allargato lo sguardo al ruolo dei governi nella finanza: “È giusto che un governo intervenga su delle componenti strategiche per il Paese, e il risparmio è ormai indubbiamente una componente strategica. Se vogliamo l’indipendenza del nostro Paese, non è soltanto energia e difesa, ma è anche l’allocazione del risparmio in un Paese che ha un forte debito pubblico”, come riporta il Corriere. In un contesto di forti rialzi dei titoli bancari in Borsa, Messina avrebbe poi lanciato un monito a non sottovalutare i rischi: “Se hai un valore di borsa che incorpora un premio per determinate aspettative di aggregazioni o sinergie, io da risparmiatore mi porrei delle questioni e guarderei con attenzione”, riporta Milano Finanza. Nel frattempo, il panorama bancario italiano si starebbe ristrutturando. Mediobanca pare abbia confermato il suo piano di uscita completa dal Leone con l’ops su Banca Generali.
