Ancora una volta il risiko bancario tende l’orecchio e attende i pareri decisivi dell’Unione europea. La Banca centrale europea (Bce), infatti, si è appena pronunciata con favore all’offerta pubblica di scambio (ops) lanciata da Banca Bper sulla Popolare di Sondrio. Francoforte ha approvato sia l’acquisizione diretta di una partecipazione di controllo nella Popolare valtellinese, sia quella indiretta in Banca della Nuova Terra. Inoltre, è arrivata anche l’autorizzazione per il superamento della soglia del 10 per cento dei fondi propri consolidati del gruppo modenese che di suo, aveva fissato una soglia minima di successo al 35 per cento del capitale sociale più un’azione per l’acquisto della banca valutata 4,3 miliardi di euro. Il via libera di Francoforte ha però suscitato la reazione di Popolare, che ha scritto alla Consob affinché obblighi Bper a rendere note le prescrizioni arrivate dalla Bce. Per l’istituto valtellinese, infatti, Bper avrebbe mantenuto “carenze informative” che necessitano di chiarimenti.

Questa partita si riallaccia a quella aperta tra Monte dei Paschi di Siena (Mpa) e Mediobanca. Su richiesta della Consob il banco senese aveva infatti manifestato l’interesse di detenere almeno il 66 per cento della partecipazione in Mediobanca, che supererebbe ampiamente il 50 per cento più uno necessario ad assicurarsi il controllo sull’assemblea straordinaria. “Ma anche una soglia compresa tra il 35 e il 50 per cento potrebbe dare a Siena il controllo di fatto dell’assemblea ordinaria, che significa poter rimuovere l’attuale board e nominare un nuovo amministratore delegato e un nuovo presidente graditi ai nuovi proprietari”, scrive Milano Finanza. La vicenda si Mps è, come sappiamo, legata a quella di Mediobanca, che sta preparando l’ops su Banca Generali e attende il 16 giugno, quando l’assemblea dovrà esprimersi sull’operazione: “Martedì 3 giugno sarà l’ultimo giorno in cui gli investitori potranno acquistare le azioni per votare in assemblea mentre la record date è fissata per il giovedì successivo. Il 4 giugno ci sarà un altro passaggio importante nella scaletta dell’amministratore delegato Alberto Nagel che presenterà l’offerta su Banca Generali all’Accordo di consultazione che raggruppa l’11,87 per cento del capitale di Piazzetta Cuccia”, scrive il Corriere della Sera. Intanto, gli investitori attendono di sapere la destinazione del 13 per cento di Generali con cui Mediobanca pagherà lops e che per metà andrà agli azionisti di Banca Generali. L’altro 6,5 per cento si trasformerà in azioni proprie del Leone. Alla finestra dell’operazione resta anche il board di Generali, che poi potrà forse provare a procedere con il piano di aggregazione con la francese Natixis, cu cui incombe il Golden Power di governo.

Un’eventualità ben nota a Unicredit che, oltre alla partita aperta e ingarbugliata su Banco Bpm, mantiene progetti di acquisizione su Commerzbank e Generali. Nel frattempo ha anche aumentato, raddoppiandola, la propria partecipazione nella seconda banca greca Alpha Bank. L’istituto guidato da Andrea Orcel è passato dal 9 al 20 per cento circa grazie a un accordo da oltre 600 milioni di euro, l'intenzione di chiedere a Bce l’autorizzazione per arrivare al 29,9 per cento. “Una mossa altamente segnaletica per il mercato”, scrive MF che testimonierebbe il rinnovato interesse che la finanza europea sta rivolgendo al sistema bancario greco. Sito cita infatti un’analisi di Plenisfer Investments sgr secondo cui, negli ultimi dieci anni il settore ha registrato una crescita di utili e solidità patrimoniale sopra alle attese. A trainare ci sarebbero Nbg, Pireo, Alpha ed Eurobank, tutte elleniche. È la Grecia il nuovo terreno di caccia del risiko bancario, questa volta internazionale?