Ma sarà davvero Roberto Parodi il prossimo candidato sindaco del centrodestra a Milano? È la domanda che da qualche ora aleggia intorno alla corsa per Palazzo Marino, al voto nel 2026. Di certo Parodi, che dal lavoro nei palazzi della finanza è passato al mondo della comunicazione e del giornalismo, la battaglia a Giuseppe Sala l’ha già imbastita da un pezzo. E, nel farlo, è partito dalla strada, per essere precisi dal traffico e dalla presunta “guerra agli automobilisti” che da qualche tempo lamenta. Sala sarebbe, nelle parole del “Parods” – così è noto sui social – vittima (o complice?) dell’ideologia green, dell’ossessione per le ciclabili e dell’estensione selvaggia delle ztl. Di recente ha parlato dell’“ultima caz*ata di Sala” criticando l’imposizione del traffico limitato nelle vie del Quadrilatero, dove normalmente parcheggiano Lamborghini e Maserati. Insomma, diciamo che se l’intento di Parodi era quello di presentarsi come alternativa a un centrosinistra non di rado percepito come elitario e lontano dai cittadini, difendere Lambo e Tritoni forse non è la scelta più azzeccata. Ma secondo alcuni il merito di Parodi – comunicatore di successo, ma senza esperienza politica – è proprio quello di arrivare diretto alle persone, parlando senza mezzi termini e facendo leva su questioni emotive – l’auto appunto. Succede soprattutto su Instagram e TikTok, dove Parodi ha accumulato un seguito di centinaia di migliaia di seguaci. Che poi questi si tramutino in voti, è tutto da vedere.

Nel frattempo, “il Parods” avrebbe acceso il motore della campagna elettorale parlando del referendum dell'8-9 giugno e concentrandosi solo sul quesito della cittadinanza: “Vi hanno detto che quando si acquisisce la cittadinanza si può fare ricongiungimento familiare? Cioè far arrivare in Italia moglie, figli, genitori acciaccati e bisognosi di aiuto? Se i figli sono maggiorenni, anche i figli dei figli? Sapete l'invasione di svizzeri, lussemburghesi, gente di San Marino ci aspetta nei prossimi anni. Sapete quanti cazzo di parenti ha sta gente? Sapete che ci giochiamo quel poco di stato sociale, di sanità pubblica, di istruzione di case popolari? E non tiratemi fuori la gran balla che quelli di San Marino ci pagheranno le pensioni”, ha detto, dove i riferimenti geografici sembrerebbero chiaramente da leggersi alla luce della reale provenienza di chi arriva illegalmente nel nostro paese: “Lo dico ai giovani, che si lamentano che non avranno mai le pensioni, ma vogliono l'accoglienza incondizionata degli emigranti svedesi e lussemburghesi. L'immigrazione ovviamente è tutta a bassa qualificazione professionale”.

Seduto davanti al suo caminetto in marmo Parodi ha continuato l’endorsement all’astensionismo sostenendo che votando per abbassare gli anni di residenza legale in Italia da 10 a 5 anni per consentire l’accesso alla cittadinanza “importiamo direttamente disagio sociale”, senza però soffermarsi sui dati di chi, secondo l’Istat, potrebbe usufruire dell’abrogazione referendaria. Secondo un’analisi realizzata da Fondazione Ismu in base ai i numeri del bilancio demografico Istat dal 2002 al 2024, i nuovi italiani saranno giovani, molti in età scolastica, quindi con maggiori chance di essere inclusi nel mercato del lavoro e non solo nei segmenti meno specializzati. Una parte consistente delle nuove cittadinanze concesse lo scorso anno e negli anni precedenti riguarda poi i figli minori di genitori divenuti italiani, quindi persone verosimilmente nate o cresciute sin da piccole in Italia. E chissà poi chi avesse in mente “il Parods” parlando di “svizzeri, lussemburghesi e la gente di San Marino”. Perché guardando i dati consolidati del 2023 emerge che i “nuovi italiani” sono stati albanesi, marocchini, argentini (questi ultimi tra quelli cresciuti di più) e romeni. Sarebbero loro, secondo i dati, l’alternativa da costruire ad un paese in cui la popolazione è diminuita nel 2024 per il decimo anno consecutivo, fenomeno a cui si aggiunge l’emorragia di italiani che lasciano il paese. È ancora meglio andare al mare il prossimo 8-9 giugno, come lascia intendere Parodi? Se il centrodestra potrebbe affidarsi a lui alle prossime comunali a Milano è sicuramente per la capacità di bucare lo smartphone che al “Parods” certamente non manca, soprattutto perché talvolta ha mosso critiche parlando “pane al pane”, senza le ipocrisie e la propaganda di cui gli elettori non ne possono proprio più stando agli ultimi dati sull’affluenza. Forse, con questa prova generale di campagna elettorale, Parodi è caduto nella tentazione della faciloneria che affligge chi deve parlare più forte dell’altro, per restare in mente a chi si reca alle urne. Sempre che sia rimasto qualcuno, in questo paese, ad andare a votare.