Si riaccende uno degli infiniti capitoli del risiko bancario, quello che riguarda l’offerta pubblica di scambio (ops) lanciata lo scorso febbraio da Bper a Banca Popolare di Sondrio. Una partita in cui l’attore dietro le quinte e perno invisibile dell’operazione è Unipol, azionista di riferimento di entrambi gli istituti. La banca modenese ha pubblicato i conti trimestrali, chiudendo il primo segmento del 2025 con numeri che hanno superato le stime di Bloomberg: “L’utile netto si attesta a 443 milioni di euro, in crescita del 43,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, e ben sopra le attese degli analisti (370 milioni circa), grazie a una solida performance commerciale e a un contenimento dei costi operativi”, scrive il Sole 24 Ore. Ricavi in aumento dello 0,8 per cento spinti dalle commissioni, che hanno compensato l’effetto opposto sui margini di interesse causato dal taglio della Banca centrale europea ai tassi. Un’ottima performance per presentarsi nuovamente al tavolo delle trattative con Sondrio, che fino ad oggi si è dimostrata “ostile” e indisponibile al confronto, sostengono dal versante opposto: “Abbiamo bisogno che Popolare di Sondrio faccia un passo nella nostra direzione per ballare il tango servono due persone: se l’altra non vuole, io non posso fare nulla”, avrebbe riferito l’amministratore delegato Gianni Franco Papa agli analisti.

Le fiammelle di speranza però restano, soprattutto dopo i mutati equilibri nel consiglio di amministrazione di Sondrio: “Dopo una lunga stagione in cui a prevalere era la componente vicina al management – che è contrario all’ops – ora ci sono nuovi consiglieri, un nuovo presidente: tocca a loro decidere se vogliono avvicinarsi”, continua il Sole citando Papa. Secondo gli analisti l’ops le dimensioni dell’ops poterebbero il gruppo a raggiungere oltre 7 miliardi di euro di ricavi, 4 miliardi di utile operativo e oltre 2 miliardi di utile netto, con sinergie annue a regime pari a 290 milioni nel 2027. Ma non si tratta solo di Sondrio. Bper è attiva anche su un’altra banca, l’ente assicurativo Arca Vita, per la quale ha appena ottenuto l’autorizzazione dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass). Potrà dunque superare la partecipazione del 30 per cento, per completare l’operazione entro la fine dell’anno.
