In Cina i prezzi della benzina alla pompa sono aumentati ai livelli più alti almeno dal 2006, mentre i prezzi del diesel sono aumentati ai massimi di un decennio. Questo dopo che sono schizzati gli standard di costo su scala globale, sulla scia dell'invasione russa all'Ucraina. In particolare, è proprio uno dei più recenti rialzi a pesare sull’incremento, certificato appena pochi giorni fa dalla National Development and Reform Commission, che ha parlato per la benzina di +750 yuan per tonnellata (+107,10 euro), e di +720 yuan per tonnellata per il diesel (+102,82 euro).
Alla luce di questi ultimi rialzi, il prezzo della benzina sale a 10.770 yuan per tonnellata e il prezzo del diesel a 9.695 yuan per tonnellata. Sebbene le rispettive autorità locali fissino prezzi diversi, l’aumento sarà quantificabile allo stesso modo su tutto il territorio cinese. D’accordo, ma di cosa parliamo se riportiamo il tutto alle unità di misura europee? Parliamo di 9,287 yuan al litro, pari a 1.33 euro, mentre per il diesel scendiamo sotto quota 1,20 euro al litro. Parliamo quindi di cifre ben inferiori ai più che abbondanti 2 euro italiani. È proprio vero allora che per trovare prezzi dei carburanti inferiori a quelli del Belpaese basta praticamente puntare un dito a casaccio sulla cartina geografica?
Carburanti: i prezzi nel mondo
Per rispondere in maniera piuttosto concisa al quesito sopra: di fatto sì. Malgrado lo scenario cinese si mostri in netto peggioramento – con le raffinerie locali a tagliare ancora e una produzione giornaliera di petrolio nei primi due mesi del 2022 scesa al livello più basso da dicembre 2020 – parliamo di uno scenario ancora ben distante da quello europeo. Al 61esimo posto cinese nella graduatoria delle nazioni con il prezzo più alto della benzina nel mondo, si oppone infatti l’ottavo posto dell’Italia, che in questa speciale classifica si trova però a “cedere” il passo solo a nazioni del calibro di Finlandia, Danimarca, Zimbabwe, Norvegia e Paesi Bassi, vale a dire scenari dove a influire sui prezzi elevati è soprattutto la scarsissima circolazione di auto. Solitamente, infatti, nelle nazioni dove si guida molto – come gli Stati Uniti – si tende a tassare la benzina a un'aliquota bassa rispetto ad altri paesi, perché non sarebbe politicamente accettabile penalizzare un servizio tanto ricorrente; dall’altra parte, paesi come la Danimarca sono più piccoli, meno trafficati e, soprattutto, le persone percorrono distanze più brevi, quindi le tasse e i prezzi della benzina si trovano a essere molto più alti.
L’Italia – inutile ricordarlo – fa eccezione, come d’altronde fa eccezione Hong Kong, sulla carta il Paese con il prezzo dei carburanti più alto al mondo, pari a 2,881 dollari al litro. D’altra parte, però, allargando lo scenario socio-economico va detto che Hong Kong ha uno dei costi della vita più elevati del mondo, con affitti medi sui 1.500 euro al mese, elemento che riporta prezzi dei carburanti simili in una scala più coerente. Non c’è consolazione quindi; non ce l’ha portata il modesto taglio delle accise sui carburanti di 25 centesimi per 30 giorni deciso dal governo, né può rappresentarla la fuga di una parte di Friuli verso i distributori della vicina Slovenia, sulla scia di un risparmio medio di 60 centesimi in meno al litro. E di certo non ce la porta il confronto con gli altri paesi.