Entrando nel cortile del Mogo, in via dell’Aprica, ci sono un po’ di fotografi che fanno attenzione a non calpestare il lunghissimo tappeto color magenta che conduce, là in fondo ad una limousine bianca. Vi si appoggiano due tipi, uno più robusto dell’alto, con la faccia simpatica e la coppola, le sopracciglia spesse, e l’altro invece più magro un po’ più alto, con la barbetta, il cappellino e gli occhiali da sole, in tuta. Da come scherzano si capisce che sono fratelli, e davanti ad una telecamera provano una parte: “Noi siamo Dj Jad e Wlady ed è uscito il nostro nuovo singolo, Voglio Vivere così, feat. Don Cash e Marmo, disponibile su tutte le piattaforme digitali. Amici questo è solo l’inizio, perché il 21 novembre uscirà Alboom, e sarà pieno di f**eaturing, mi raccomando non mancate, sponsored by Escort Advisor e Just Entertainment”. Non sono due attori, sono loro in carne ed ossa, due fratelli che nonostante abbiano scritto un pezzo di storia della musica italiana, fondato gli Articolo 31, vinto dischi di platino e d’oro, rimangono umili e non perdono quella voglia di fare musica con l’allegria che hanno i ragazzini quando scrivono un pezzo e godono a sentir godere la gente della loro musica, che secondo la loro visione non deve necessariamente seguire le logiche discografiche delle major, perché la musica è musica e non deve sapere di plastica. Un’esigenza di libertà espressiva in cui ha creduto per primo Sergio Cerruti, il ceo dell’etichetta indipendente Just Entertainment, lontanissimo parente dell’indomabile e mitologico Alfredo Cerruti, fondatore dei dissacranti Squallor.
    
            Durante la conferenza stampa di presentazione, nello spazio del Mogo si respira un’aria elettrica. Dietro la scrivania una consolle, sullo sfondo un mobile di design pieno di vinili, Dj Jad e Wlady sorridono e accolgono gli ospiti. “Ringraziamo anche Escort Advisor che è il nostro sponsor per questa giornata e non solo, poi ci sarà una sorpresa. Nella cartella stampa troverete anche l’invito per il release party del 20 novembre”. A rompere la formalità è Don Cash, e accanto a lui Marmo. Tra battute e frammenti di brano, raccontano come tutto è cominciato. Dj Jad racconta che grazie a suo fratello Wlady, nasce l’idea di collaborare davvero, dopo anni di percorsi paralleli. Da quella scintilla nasce “Alboom”, un progetto costruito “coinvolgendo tanti artisti, noti e non, ma tutti sullo stesso piano”, spiegano. “Oggi c’è poca sostanza, tutto è molto veloce, ma questo disco è fatto col cuore”, aggiunge Wlady, che parla di una “fame artistica” che appartiene più ai giovani sconosciuti che ai big distratti. Don Cash, invece, racconta il suo contributo in “Voglio vivere come in un film” con la voce che vibra di emozione, la scrittura nata dopo la morte del padre, la strofa riscritta pensando a lui, “immaginavo mio papà seduto su una poltrona che guarda mia mamma sciogliersi i capelli da giovane”, e quella frase finale che diventa un omaggio eterno. È in quel momento che il tono cambia, il pubblico resta in silenzio, e si percepisce che dietro il gioco dei featuring c’è una sincerità rara. Quando tocca a Jad, il discorso si allarga. “La musica è ciclica. I ragazzi oggi crescono con la trap come noi con Will Smith. Ma poi scopriranno i Wu-Tang, e la musica vera torna sempre”.
Wlady annuisce, spiegando che “Alboom” è “un arcobaleno di generi”, un crossover che unisce “il funk e l’hip hop di Jad” con la sua parte più “rock tamarra, alla Clash e Aerosmith”. Alla fine, l’atmosfera si scioglie in una riflessione collettiva sulla libertà, tema molto caro anche ad Escort Advisor, la cui visione in qualche modo rispecchia l’indipendenza dell’etichetta Just Entertainment e lo spirito che si cela dietro “Alboom”, a proposito della libertà d’espressione, una battaglia intima e al tempo stesso comune, e naturalmente la passione per la f**eaturing. “La libertà è poter scegliere,” dice Marmo, “anche se ogni tanto serve uno Xanax per viaggiare” aggiunge Wlady ridendo. “Io credo che la libertà sia il tempo”, chiosa Cash, “l’uomo ricco è quello che sa con chi passare il suo tempo.” E tra una risata e gli applausi, Wlady conclude. “L’importante è fare le cose col cuore. Poi quello che succede, succede. Stigazzi, come dicono a Roma”. A prendere la parola per ultimo è Sergio Cerruti, vestito di nero come sempre con i suoi immancabili Wayfarer neri. “È bello parlare di musica e di libertà in un’epoca in cui la libertà è un’illusione. Ma il tempo è l’unico vero giudice, l’unico mezzo democratico. E noi questo album lo consegniamo al tempo”. Applausi, microfoni che si spengono, e nel cortile, la limousine bianca che attende ancora sul tappeto color magenta, come a chiudere un film in cui, per una volta, la musica ha davvero avuto l’ultima parola.