Fedez che si compra la Ferrari, come un classico cinquantenne appena divorziato e Chiara Ferragni che non riesce a reinventarsi, in piena crisi da mezza età: come direbbe Gigi Marzullo “quando la giovinezza è appena finita e la vecchiaia sta per cominciare”. Questi due giovani contemporanei, che abbiamo visto aprire nuove strade, imporsi prima di altri nei linguaggi delle nuove generazioni, sembrano due maturi e un po’ imbolsiti rappresentanti della vecchia media borghesia anonima. La storia dei Ferragnez (o meglio, ora i Ferragnex, con la x di ex) sta assumendo i contorni dolceamari della classica commedia all’italiana degli anni ‘60 (diretta discendente del neorealismo), dove alle “terrazze” e alla “socialite” si sostituiscono i “social”, ma infine sempre di quello si tratta: la bella coppia da tutti invidiata che scoppia, facendo venire fuori magagne e ipocrisie e con il vuoto che si cerca di riempire con viaggi, foto, frasette prestampate e dove persino il lusso diventa una gabbia e il consumismo si rivela per quello che è: un vano tentativo di colmare la mancanza di senso.
E come nelle classiche commedie all’italiana, anche qui, all’origine della crisi, che non è solo della coppia, ma anche di tutto il “giro” degli amici e del lavoro, inizia con un crack, con uno scandalo. Il pandorogate, nel caso dei Ferragnex. Caso che, come stanno notando in molti, è presto passato da fenomeno di odiatori da tastiera a percezione nel mondo reale e adulto del lavoro: la Ferragni non è stataa riconfermata nel Cda di Tod’s e i suoi post sponsorizzati (#adv) sono quasi del tutto scomparsi. Un sondaggio di Obiettivo Effe, progetto di empowerment femminile dell’Università Milano-Bicocca, l’immagine della Ferragni come modello di imprenditorialità femminile è finito, adesso le giovani aspiranti imprenditrici parlano di lei come di una “imprenditrice che ha basato tutto sull’effimero” o che “sotto la troppa popolarità nascondeva la falsità”. Ma non ricordano anche a voi i pettegolezzi da “La terrazza” di Ettore Scola o alcuni dialoghi de “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino?
Facile andare d’accordo quando va tutto bene, quando la coppia funziona ed essa stessa si vede funzionare perché si vede nello specchio delo sguardo altrui. Ma è quando lo specchio si rompe, quando gli “altri” distolgono lo sguardo, che la coppia è costretta a guardarsi “direttamente”, non “mediaticamente”, occhi negli occhi ed è lì che va tutto in frantumi. I Ferragni esistevano perché esisteva qualcuno che li guardava. Ci vorrebbe il Pietro Germi della trilogia “Divorzio all’italiana”, “Sedotta e abbandonata”, “Signori & Signori”, o l’Alberto Sordi di “Finché c’è guerra c’è speranza” per raccontare la vicenda della coppia che sta abbandonando il racconto brevissimo (e comodo) delle “story” su Instagram per assumere i contorni di una “storia” propriamente detta. Ogni foto, ogni video, si incastrano adesso in una storia più ampia, ed è nella storia che i “personaggi” tornano a essere “persone”, anche medio borghesi: certo col Ferrari al posto del Duetto Alfa Romeo, con il loft al posto del monolocale-piedaterre (si chiamava anche “scannattoio”, lo dico per la cancel culture), e con i viaggi per i bambini: “Ti è piaciuto di più il viaggio con la mamma o con papà?”, solo che qui, i bambini, al posto di portare una pesca, portano in dono a papà il certificato di proprietà di cento ettari piantati a frutta (“questo te lo manda la mamma”), o lei che sostituisce l’antico giardinaggio (in quanti film abbiamo visto anziane vedove o separate di mezza età darsi al giardinaggio) con un albero nell’appartamento di citylife. Anche la festa del compleanno della figlia, con i genitori separati, aveva quell’allure un po’ fantozziano delle festicciole nei McDonald’s. Nulla cambia mai veramente nella tragedia o nella commedia umana e vederli così, come due borghesi di mezza età, costretti a reinventarsi nella spietata società borghese, fanno quasi un po’ di tenerezza. Poi pensi ai mariti divorziati che dormono in macchina, alle mogli divorziate che innaffiano il basilico sul balcone della due camere e cucina in affitto e d’improvviso la tenerezza ti passa. E resta la media borghesia invecchiata male. Non ci sono più gli splendidi quarantenni di una volta (cit. Nanni Moretti).