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Cosa c’entrano la Zanzara e la Gintoneria con Trump (secondo Renzi)? E un paio di cose su giornalismo, Israele, destra e sinistra con Parenzo e Minzolini

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

  • Foto: Ansa

7 ottobre 2025

Cosa c’entrano la Zanzara e la Gintoneria con Trump (secondo Renzi)? E un paio di cose su giornalismo, Israele, destra e sinistra con Parenzo e Minzolini
Dalla Gintoneria alla Casa Bianca: Renzi alla Leopolda trasforma un confronto sul giornalismo in un varietà su destra, sinistra, America di Trump e Zanzara di Cruciani. Battute, paradossi e una domanda: in Italia c’è qualcuno in grado di ragionare “out of the box”?

Foto: Ansa

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Quando non si tratta di prendere voti (per un certo periodo, anche in quello), Matteo Renzi tra i politici è il (o tra i) numero uno da molti punti di vista, compresa la capacità di fare spettacolo (tant’è che per molti quello sarebbe stato il suo campo di elezione, altro che senatore di Firenze: meglio conduttore?). La Leopolda, orfana ormai di sostanziale peso politico, è uno scenario che – al netto delle parti autoreferenziali e politicanti ("al netto" è un'espressione che, come vedremo, tornerà a breve) – permette allo showman di fare il suo, e lo spirito da varietà è uscito forte in occasione del dibattito con Augusto Minzolini e David Parenzo.

Questa la presentazione di Renzi, in piedi, camminante e con microfono in stile Maria De Filippi (dalla quale – al serale di Amici – non a caso andò nel 2015 con giubbotto di pelle da sindaco di Firenze): “Due giornalisti molto diversi l'uno dall'altro. Uno è un giornalista che è cresciuto nella prima repubblica, poi ha fatto il direttore di giornale, adesso lo vedete in televisione come commentatore, è un editorialista, è molto bravo, soprattutto nell'analisi politica, è stato anche parlamentare e ha lottato contro di me quando eravamo in parlamento. Ne apprezzo l'intelligenza e la capacità, ma anche lo straordinario modo di far giornalismo, perché era uno di quelli che si nascondeva nei bagni ad ascoltare durante la prima repubblica le direzioni del Partito Socialista di nascosto per ascoltare quello che diceva Craxi. Si nascondeva nei bagni. Giornalismo vecchia maniera, non il giornalismo che sta su internet a aspettare che qualcuno ti dia la notizia. L'altro è un giornalista più giovane, è un bel polemista, si diverte a far polemiche, è il conduttore di una trasmissione su La7, ma anche sulla radio, ma è anche uno che oggi ha fatto una cosa eccezionale perché per la prima volta in vita sua viene gratis a un evento. Signore e signori, Augusto Minzolini, David Parenzo. Guarda che coppia, dovete massacrarli voi, eh. Pronti i microfoni”.

Parenzo gratis ma, emerge subito, con puntuale marchetta al libro su Israele. Quanto a Minzolini, “l’ho definito in modo un po’ riduttivo, non me ne vorrà, come quello che si nascondeva nei cessi del Partito Socialista ad ascoltare le famose riunioni di gabinetto”.

Matteo Renzi alla Leopolda
Matteo Renzi alla Leopolda Ansa

Dopo alcuni minuti di discussioni sullo stato del giornalismo, emerge il tema Trump

“È difficile – argomenta Minzolini – che ci si sia da noi un giornale di sinistra che critica la sinistra o un giornale di destra che critica la destra, e questo avviene anche nelle trasmissioni. È questo il punto. Cioè una delle critiche più pesanti a Trump l’ha fatta il Wall Street Journal, che è sicuramente un giornale conservatore. Da noi questa autonomia di giudizio, questa cosa di entrare dal problema e poi arrivare, diciamo, al colore, non c'è. E questo è un limite, e poi perdi la fiducia dei lettori”.

E Parenzo: “Ma infatti oggi anche una parte della sinistra è assolutamente spiazzata dal piano Trump, e invece bisognerebbe avere il coraggio di dire che…”. Che? Non lo si scoprirà per oltre un minuto, e forse mai, perché parte un inciso su cui poi si inserisce Renzi: “Al netto dell'amministrazione americana, che sembra per molti aspetti una puntata de La Zanzara, perché chi c'è all'interno dell'amministrazione?”. Si sovrappone Renzi: “Cruciani lo facevano ministro della guerra”. Parenzo: “È una cosa pazzesca, dal ministro della salute Kennedy che nega… al ministro della difesa, oggettivamente è Cruciani che ha vinto”.

Renzi: “Sì, la Gintoneria da noi è in carcere, da loro è alla Casa Bianca, è vero”.

Parenzo: “Mancano solo Jonathan da Prato, Vanna Marchi, il Brasiliano alla difesa, invece per fortuna abbiamo Crosetto, da questo punto di vista”.

Augusto Minzolini e David Parenzo alla Leopolda
Augusto Minzolini e David Parenzo alla Leopolda Ansa

Ma al netto di questo (premessa ripetuta una decina di volte)? “Ragionare out of the box (che vorrebbe dire fuori dagli schemi, ndr)  oggi ci deve far dire che il piano Netanyahu-Trump-Paesi arabi (perché così va raccontato, non è il piano di Trump, non è il piano di Netanyahu che non mi piace e mai avrei votato in Israele. Non è questo, è il piano Trump-Netanyahu-Paesi arabi), riconoscere che questa cosa qui, come il partito di Renzi giustamente ha fatto (non vorrei crearti un danno dicendo che hai fatto bene, quindi mi sto zitto perché ti sennò ti creo un danno)…”. E Renzi: “Non sono mica i Pinguini Tattici Nucleari io, eh, che a volte do persino ragione a Parenzo”. E Parenzo, finalmente arrivando (forse) al punto: “Però ragionare out of the box oggi vuol dire valutare quel che si fa, non soltanto chi si è e da dove si viene. Trump su questo una cosa giusta la sta facendo”.

E a proposito di cose giuste o mica giuste, i francesi hanno piantato un casino quando Salvini ha detto che, se proprio vuole, in guerra ci può andare Macron. Cosa direbbero dall’amministrazione americana se sapessero che Renzi li ha paragonati alla Gintoneria e se qualcuno spiegasse loro di che si tratta? Nulla, perché negli Usa esiste il free speech. E perché è uno dei migliori complimenti (o degli insulti minori) che Donald e i suoi abbiano mai ricevuto da tutta quella galassia globale che dal box citato da Parenzo non è mai uscita e non ha intenzione o capacità di uscire.

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