Succede in diretta. Succede in una sera di Coppa Italia, dentro la cornice trita di un collegamento televisivo su Italia 1, dopo la netta vittoria del Milan sul Lecce. Succede che Marco Landucci, vice facente funzione di Max Allegri (squalificato) sulla panchina rossonera, entri in scena non con tattiche o schemi o commenti tecnici, ma con un “buonasera a voi, soprattutto a lei” rivolto alla conduttrice Monica Bertini. E poi la frase: “Preferisco sempre le donne io”. Tanto basta per fargli piovere addosso accuse di sessismo. Ma esaminiamo tutto ricorrendo a quella che, a proposito di cose di altri tempi, una volta si chiamava “la moviola”.
Bertini: “Buonasera e con Claudio Raimondi ben ritrovato qui a Coppa Italia Live”.
Landucci: “Buonasera a voi, soprattutto a lei”.
Bertini: “Grazie”.
Landucci: “Preferisco sempre le donne io”.
Bertini: “(ride) Mi fa piacere, grazie”.
Panucci: “Anche noi eh, Marco”.
Landucci: “Lo so, lo so. Noi vecchia generazione abbiamo questa predilezione per il gentil sesso. Poi Monica è molto bella”.
Bertini: “Oh, grazie, grazie mille. Comunque usciamo da questo momento (risatina) per iniziare con le domande di Claudio Raimondi (risatina)”.
Tutto qui. Un complimento forse un po’ goffo per gli standard attuali, un paio di frasi che non odorano di incenso woke ma di poltrona consumata e bicchieri di Chianti sul tavolo, con una piccola ombra di testosterone iniettato o millantato. Panucci scherza, Bertini ride. Non ci sono vittime né feriti. Ma, in un’epoca in cui il moralismo d'accatto è più rapido del Var, subito arriva la condanna, senza passare dal processo.

E allora l'appello tocca al tribunale parallelo, quello più feroce, più sporco e più sincero: La Zanzara. Radio 24, Giuseppe Cruciani e David Parenzo che fanno boxe verbale ogni sera, Daniele Capezzone che si infila come terzo tutt'altro che incomodo il mercoledì sera e accende il fuoco.
Cruciani apre il fascicolo su “colui che oggi viene attaccato come simbolo del sessismo. Il vice allenatore del Milan, Landucci. [...] Ha semplicemente fatto i complimenti a una bella ragazza”.
Parenzo storce la bocca: “È un po’ di cattivo gusto, dai, non è il massimo”.
E la danza comincia.
Cruciani: “Prima frase incriminata: «Preferisco le donne». Primo crimine commesso da quest’uomo”.
Parenzo: “Ma perché deve specificarlo? Come si può difendere ’sta roba. Ma siete pazzeschi”.
Capezzone, ironico: “Tribunale dell’Aia…”
La seconda frase sotto processo (anzi, già passata in giudicato): “Noi della vecchia generazione abbiamo la predilezione per il gentil sesso”. Qui Cruciani dice che è un’espressione “vetusta”, ma morbida. Parenzo sbotta: “Ma che roba è?”. Capezzone contrattacca: “Ma qual è il problema?”. Cruciani spinge: “Non si capisce”. Capezzone rilancia: “Ma lui può avere una predilezione di qua e un altro una predilezione di là, e un altro tutte e due le predilezioni?”. Parenzo ribatte: “Ma chi se ne frega? Perché deve dirlo? È una cosa pazzesca”. Capezzone alza la voce: “Ma qual è il problema? Voi siete libertari per tutto, ma volete la gabbietta? Ma fatevi i cazzi vostri”.
E qui Parenzo morde: “Ma è ridicolo, una cosa patetica. Patetico, patetico”.
La questione è qui: fare un complimento a una donna è patetico o sincero e “normale”? Goffo o libero? Vecchio o semplicemente umano?
Capezzone va dritto: “La polizia del pensiero, la polizia del pensiero”. Parenzo insiste: “Una specie di excusatio non petita”. Cruciani infila il coltello: “Posso dirti cosa avrebbe dovuto dire? «A noi della vecchia generazione ce piace la sorca»”. Parenzo obietta: “Ma perché? Chi se ne frega. Chi se ne frega di cosa ti piace”. Cruciani: “Ma non l’ha detto così chiaramente”. Parenzo: “Ma il senso era quello. Poi la vecchia generazione, stereotipi in televisione”. Cruciani ribadisce: “Sì, a noi di un tempo ci piace la sorca”. Parenzo sospira: “Mamma mia, ragazzi”.
E ancora Capezzone: “Domanda, ma se uno ha altri gusti, in cosa è ferito da questa dichiarazione di Landucci?”. Cruciani: “Loro dicono che è inopportuno in televisione mettere in mezzo una donna”. Capezzone esplode: “Ah, quindi in televisione è opportuno aggredire l’ebreo e dirgli «Vengo là e ti spacco…», però se Landucci dice «Mi piace quella signorina» è un fijo de ’na mignotta? Io vorrei capire come funziona…”.
Cruciani rilancia: “È una cosa impressionante. Cioè questo signore viene messo in mezzo perché è stato sé stesso, senza essere volgare né aggressivo”. Capezzone ribadisce: “Ha detto l’opinione sua, mica quella di un altro. Che problema c’è?”. Parenzo si infila: “Ma magari ha messo in difficoltà la conduttrice”. Cruciani sbotta: “Ma vaffanculo”. Capezzone taglia: “Ma non mi pare, che quella è più sportiva e spiritosa di te”.
Parenzo non ci sta: “Adesso è normale andare in televisione e…”, ma Capezzone lo fulmina: “Quando eravamo bambini, sbagliando, prendevamo in giro le suorine che si facevano il segno della croce per ogni parola. Voi siete diventate le suorine woke. Appena c’è una cosa…”.
La sintesi finale è di Cruciani: “Oddioooo, non si può dire «bella donna»!”.
A quanto pare no. Ma si era già capito.
