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Cosa ci fa un poeta al World Economic Forum di Davos? Ce lo spiega Paolo Gambi: "Menestrello dei potenti? No, ecco la poesia che gli ho letto...". E non era l'unico artista...

  • di Paolo Gambi Paolo Gambi

27 gennaio 2025

Cosa ci fa un poeta al World Economic Forum di Davos? Ce lo spiega Paolo Gambi: "Menestrello dei potenti? No, ecco la poesia che gli ho letto...". E non era l'unico artista...
Cosa serve un poeta a Davos, tra i potenti della Terra che parlano di economia e geopolitica? Paolo Gambi ci spiega perché, tra attivisti, bolle di sapone green e montagne eterne, ci siamo dimenticati chi comanda davvero...

di Paolo Gambi Paolo Gambi

La poesia al The World Economic Forum è un ossimoro? Sono stato a Davos e ho portato una mia performance poetica al Climate Hub, uno spazio in centro dedicato alle tematiche ambientali, curato da GreenUp. Davos è quel posto in cui, per una settimana all’anno, giri per la strada e incontri Zelenski, Milei, il Ceo di Blackrock e un sacco di facce asiatiche e africane che non riconosci, ma che se sono lì sai essere probabilmente quei grandi capitalisti anonimi che decidono le vere sorti di intere nazioni. A quanto pare è la prima volta che uno spazio affiliato al World Economic Forum ha ospitato un poeta. Intanto una mia poesia, qui di seguito, è stata letta all’inaugurazione del Climate Hub. Poi c’era il mio “poetry corner”, dove facevo le mie performance: due sedie, due anime che si incontrano, versi che sono andato a prendere nel profondo delle persone che partecipavano ed ecco raccolte le poesie che ciascuno si porta dentro. Al mio spazio si sono fermate tante persone e alcuni personaggi, ciascuno con una storia, una sensibilità, un verso da condividere con il mondo per sentirci tutti parte dell’Uno. Ho dedicato alcuni componimenti, scritti da me usando parole selezionate anche dall’intelligenza artificiale – visto che era il tema centrale – ad alcuni speaker importanti, una per esempio al premio Nobel Muhammad Yunus.

Il The World Economic Forum di Davos 2025
Il The World Economic Forum di Davos 2025

Qualcuno ha storto il naso, un poeta non dovrebbe scendere a patti e diventare menestrello dei potenti. Ma i potenti sono quelli che più di chiunque altro hanno bisogno di uno strumento per ascoltare le parole dell’anima. Serve qualcuno che gliele sussurri. E poi io ero lì a lavorare sulla natura. Ho messo le mani nelle anime di questi potenti, in un certo senso, cercando di concentrarmi sul loro posto nella natura e nel cosmo e gli echi di ciò che ho sentito hanno fatto germogliare molte riflessioni. E aprendo le orecchie ho forse percepito cose che chi va lì generalmente non ascolta. A iniziare dalle vibrazioni oscure del potere che, se sei abbastanza folle, senti diffondersi in modo abbastanza pervasivo da farti sentire fuori posto e farti nascere dentro la voglia di scappare. Ma anche in mezzo ai tentacoli del potere splendono piume d’angelo. Come quelle di Anni Dorè, un’artista visiva che aveva preparato delle cartoline con suoi disegni, su cui scrivevo le poesie che trovavo dentro le persone. O le piume bianche della professoressa Elise Buckle, voce così autorevole nel mondo ambientalista. O la luce di Iwona Fluda di Creative Switzerland, o Renée LaPlante, fondatrice di Decarbonista. Ma ho sentito anche parole esplodere nell’aria come bolle di sapone, parole che i potenti avevano gonfiato e fatto volare per diventare bussole dell’umanità sono state spazzate vie dai venti dell’Occidente e proprio lì, a Davos ho visto la loro ultima evoluzione prima dell’esplosione. Ho come avuto l’impressione che il mondo “green” – di cui in realtà io sono parte da così tanti anni – stia cercando un nuovo vocabolario, nuove parole d’ordine che possano portare i temi del rapporto tra uomo e natura a un livello meno divisivo, meno polarizzato, meno politicamente schierato, escludendo i catastrofismi e le narrazioni negative. Magari, vorrei aver contribuito e continuare a contribuire. A Davos ho come percepito che ci sarà un grande cambiamento, inaspettato. Poi, mentre sei lì ad ascoltare i potenti parlare, basta alzare gli occhi un istante per incontrare chi comanda davvero. Monti antichi come la terra guardano assonnati e sornioni, da milioni di anni, quello che si agita nella valle. E sopra alle loro teste innevate inizia il cammino dell’infinito mistero che sovrasta anche loro. Alla fine siamo tutti piccoli. Anche quando andiamo a Davos. Forse la poesia serviva ad arrivare semplicemente qui. Di seguito quella letta al The World Economic Forum. 

Paolo Gambi
Paolo Gambi

IO E LA NATURA

di Paolo Gambi

Non amo meno l'uomo, ma più la natura,

l'umanità naviga verso una riva di luce più pura

Ogni anima si alzerà, risvegliata e consapevole,

Un sentiero condurrà al nucleo eterno della vita,

Un fiore sboccia con amore, bellezza, sorrisi e belle favole

Contribuisci con il tuo verso.

L'universo attende il tuo prezioso ruggito

I poeti ti applaudono dalle ombre della storia

Con la poesia, sconfiggi ogni malaugurio

Chiama il sole tuo fratello,

la tua sorella splendente è la luna

Lascia che la Terra risplenda come tua madre

Questa è la famiglia a cui appartieni,

e c'è un posto a tavola per te.

Non sforzarti di salvare la natura, non ce n'è bisogno.

Siine parte!

Senti il battito della terra nella tua carne,

La sua vita vibrante che scorre nelle tue vene.

Ascolta la voce del mare,

Il silenzio della vetta,

Il canto dell'albero,

Le parole nella rugiada ignara

E ti salverà la natura.

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