image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

Da Pupo agli influencer: Giulia Tramontano non è morta per darvi visibilità

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

4 giugno 2023

Da Pupo agli influencer: Giulia Tramontano non è morta per darvi visibilità
La surreale lettera di Pupo a Dagospia in cui il cantante di "Gelato al cioccolato" si paragona all'assassino di Giulia Tramontano, sottolineando di comprendere bene lo stress del portare avanti relazioni parallele, è solo l'ultima goccia nell'oceano di opinionismo horror che sta intasando social e siti dal momento in cui la povera ragazza, incinta di sette mesi, è stata ritrovata morta. Chiunque sarebbe disposto a dire qualunque cosa, perfino la più gretta, pur di ottenere i propri cinque minuti di visibilità (e big like) sulla pelle di un cadavere. L'orrore nell'orrore sono gli sciacalli virtuali

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Barsportismo social. Sulla pelle di una giovane donna incinta di sette mesi morta per mano di Alessandro Impagnatiello, suo fidanzato fedifrago nonché padre del bambino che lei stava portando in grembo. I dettagli horror di questa vicenda di cronaca rimbalzano da giorni sulle principali testate online, generando la solita gara a chi riesce a scavare più a fondo nel torbido, riemergendone con particolari gretti, morbosi, da film splatter. Il risultato è che, come sempre accade, l'intera pubblica opinione sta seguendo questa terribile tragedia come fosse una serie tv Netflix. Invece, val la pena di ricordarlo, è tutto vero. Nell'epoca del più ostentato rispetto per gli altri, bisogna fare attenzione alle vocali con cui lasciamo terminare le parole, agli asterischi, all'essere inclusivi e a tenere da conto la privacy altrui. A meno che la persona di cui ci accingiamo a commentare la vita non sia trapassata. A quel punto, tutto è lecito, pare. Un cortocircuito enorme che genera mostri e relative mostruosità. Come gli influencer che, al solito, surfano il "trend" per farci sapere che Tramontano li seguiva su Instagram. Oppure Pupo, autore di una raggelante lettera pubblicata da Dagospia in cui si paragona all'assassino sottolineando quanto, in effetti, sia stressante portare avanti più relazioni contemporaneamente. Lui lo sa bene, è bigamo. Anche se non ha intenzione di uccidere nessuna delle sue mogli, precisa. Un santo, un martire. Uno sciacallo come tutti gli altri. Spesse volte, noi compresi. 

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da The Real Pupo (@enzoghinazzi)

Riuscire a tenerselo nei pantaloni pare sia impresa dura, durissima. Fa fatica. Per quanto nessuno costringa anima viva a prendersi impegni, a costruire legami sentimentali con una sciagurata che magari finisce pure per crederci, la vita del fedifrago è "stressante". Lo dichiara Impagnatiello agli inquirenti, ce lo conferma il cantante Pupo, quello che, a detta sua, per decenni ha continuato a cantare Gelato al Cioccolato senza cogliere il sottilissimo doppiosenso sotteso al testo, scritto da Cristiano Malgioglio. Enzo Ghinazzi, questo il suo nome all'anagrafe, è del resto più celebre per le sue dichiarazioni horror che per le canzoni che lo hanno reso noto tra i Settanta e gli Ottanta. "Quando è nata mia figlia, ero in discoteca", ha affermato in passato. Ma basti pensare che la sua epopea sentimentale sia cominciata, con grande scandalo, pochi giorni dopo il primo fatidico sì all'altare. Quando si concesse una focosa avventura con una cantante esordiente, all'epoca ancora minorenne. Ora che va di moda diagnosticarsi disturbi e problematiche varie, si giustifica dicendo d'aver sofferto di una forte dipendenza dal sesso. La realtà dei fatti è che non ci interessa. Non ci interessa che abiti con due donne (e relativa prole), non ci interessa quanto sia "stressante" la sua vita, non ci interessava nulla di lui già prima che ribadisse le proprie simpatie per Putin anche dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Pupo è un personaggio che abbiamo reso famoso, perfino opinionista prezzemolino della tv. Con cachet, s'intende. E tocca prenderci questa responsabilità. Perché è sempre il pubblico a scegliere. Potevamo optare per Drupi, ci siamo tenuti Ghinazzi. 

Ghinazzi che oggi si paragona a un efferato omicida pur di raccattare qualche minuto di visibilità in più. Si stupisce, Ghinazzi. Domada: "C'è chi sbraita e urla che bisogna urgentemente trovare una soluzione, affinché fatti del genere non accadano più. Ma in che mondo vivono questi?". Perché, in buona sostanza, l'origine del problema, stando al Pupo-pensiero, non starebbe in Impagnatiello ("un povero ragazzo"), ma nel fatto che la società "imponga" la monogamia come unica forma relazionale accettabile. Peccato che la monogamia, essendo una gabbia per molti, porti all'assassinio, alla morte violenta come estrema conseguenza. Nella gara a chi la spara più grossa nella speranza di farsi notare, Pupo ha alzato la palla oltre l'Iperuranio. Con fierezza. Era difficile far peggio di quando raggiunse il podio di Sanremo con Italia Amore Mio in associazione a delinquere con Emanuele Filiberto e Luca Canonici. Eppure, eccoci qua. Lo ribadiamo: Drupi, dovevamo tenerci Drupi. 

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da The Real Pupo (@enzoghinazzi)

Il vero problema è che, oramai, siamo abituati al ribasso, al peggio. Chi ancora ci riesce, si indigna per cinque minuti, fa grandi proclami social per, a sua volta, accalappiarsi quanti più like possibile. Ogni sciagura, ogni sparata è un'opportunità che potrebbe come non potrebbe portare follower. A spaventare, soprattutto in questi giorni luttuosi, non è tanto lo sciacallo che è (sempre stato in) Pupo, ma quello che emerge in ognuno di noi. Perché anche noi, anzi noi in primo luogo, scegliamo di leggere articoli in cui si dettagliano i modi in cui Impagnatiello abbia occultato e sostanzialmente vilipeso il cadavere della compagna nel tentativo di sbarazzarsene. O l'opinione di esperti psicologi che, a cinque minuti dalla confessione, erano già pronti a farsi pubblicare l'intervista in cui argomentavano, tronfi, quali tipi di disturbi mentali sicuramente avesse l'assassino. Basandosi sulle profile pic che postava sui social, immaginiamo. E su quel poco che già trapelava riguardo al movente. Parole scambiate col soggetto: zero. Non avrebbe stupito - ma ci arriveremo, non disperate - l'avvento di un potente astrologo a spiegare come "I Capricorno, sapete, possono avere tendenze omicide con Giove retrogrado". Avremmo letto anche questo, senza fare un plissé, animati dalla curiosità morbosa di sapere cose che non ci riguardano e alimentati da una stampa sempre più complice di questo meccanismo perverso, osceno. 

Come osceni sono stati quegli influencer che, per prima cosa, si sono prodigati a farci sapere che la vittima li seguiva su Instagram. Anzi, che alle volte era arrivata a ridere per le loro gustosissime storie social. Con tanto di screen pubblicati a riprova dell'accaduto. Tutto vero, Giulia è morta e ci dispiace, ma che non si perda il focus su di "me", per cortesia. Alcuni, almeno, hanno chiesto scusa. Altri, ancora non comprendono il perché di tante critiche verso quei post tra l'autocelebrativo e il necrofilo spinto. Probabilmente, saranno stati solo i soliti "rosiconi" da tastiera. 

20230604 144342208 6175
"La vittima mi scriveva su Instagram!"

In ultimo, preme ricordare ancora una volta l'ovvio: Giulia Tramontano non è un hashtag. Non è morta per aumentare la vostra visibilità e nemmeno le cause miopi che sostenete di portare avanti via social. Non è morta per alimentare la guerra 'Maschi contro Femmine' che state mettendo in piedi con ogni fibra dei giga di cui sciaguratamente disponete, non è morta per i vostri fottutissimi layout Canva. E magari non le farebbe nemmeno piacere vedere i dettagli più privati della sua vita spiattellati ovunque, in font calibrì su sfondo pantone rosa, alla mercè dell'Italia intera. Mscherati, per di più, da benevolo supporto alla famiglia, alle donne che non devono perdere la vita così, a chi sta lottando per uscire da situazioni impossibili. In definitiva, Giulia Tramontano non è morta per farvi fare i big like, per farvi un piacere. Giulia Tramontano è morta. Per mano dell'uomo che sarebbe stato il padre di suo figlio. Ora, tornate a scegliere quale sia l'hashtag migliore, lato engagement, per il vostro prossimo post su questa povera donna, oltre al suo stesso nome e cognome. Ma non provate, nemmeno per un secondo, a sentirvi migliori di Enzo Ghinazzi. Non saremo un Paese di santi e poeti ma di sicuro siamo un Paese di "navigatori" sciacalli. Su di noi, nemmeno una nuvola. 

More

Giulia Tramontano è stata uccisa dal fidanzato. Dalle tracce di sangue nell’auto alla confessione. Ecco cosa sappiamo

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Omicidio a Milano

Giulia Tramontano è stata uccisa dal fidanzato. Dalle tracce di sangue nell’auto alla confessione. Ecco cosa sappiamo

Zucchero nel serbatoio e gomme dell'auto squarciate: ecco tutte le molestie di Padovani all'ex uccisa

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

L'amore non è violenza

Zucchero nel serbatoio e gomme dell'auto squarciate: ecco tutte le molestie di Padovani all'ex uccisa

La stazione Centrale di Milano? Non è un posto per donne: la prova sul campo è allarmante

di Micol Ronchi Micol Ronchi

Run, baby run

La stazione Centrale di Milano? Non è un posto per donne: la prova sul campo è allarmante

Top Stories

  • Fabrizio Corona SCATENATO contro Elodie: “Hai sco*ato la showgirl più famosa d'Italia”. Sui social indicano Belen, ma è lei? E lancia insinuazioni su ballerine dei concerti e Iannone…

    di Jacopo Tona

    Fabrizio Corona SCATENATO contro Elodie: “Hai sco*ato la showgirl più famosa d'Italia”. Sui social indicano Belen, ma è lei? E lancia insinuazioni su ballerine dei concerti e Iannone…
  • GIÙ LE MANI DA SAMIRA LUI! La Ruota della Fortuna “è un programma patriarcale e maschilista”? Naike Rivelli smaschera le ipocrisie: “Al posto delle veline mettete Rosy Bindi, poi vediamo gli ascolti...”

    di Naike Rivelli

    GIÙ LE MANI DA SAMIRA LUI! La Ruota della Fortuna “è un programma patriarcale e maschilista”? Naike Rivelli smaschera le ipocrisie: “Al posto delle veline mettete Rosy Bindi, poi vediamo gli ascolti...”
  • SERIE A IN ALTO MARE! Le bombe di Fabrizio Corona a Falsissimo (a pagamento): festino gay in barca dei giocatori dell'Inter tra sesso, coca e vaselina? Accuse gravissime: altre querele in arrivo?

    di Jacopo Tona

    SERIE A IN ALTO MARE! Le bombe di Fabrizio Corona a Falsissimo (a pagamento): festino gay in barca dei giocatori dell'Inter tra sesso, coca e vaselina? Accuse gravissime: altre querele in arrivo?
  • No, Mario Sechi non sostituirà Barbero, ma qualcuno dovrebbe farlo: avete sentito le cazzate che ha sparato sull’economia? “Se gli economisti ci capissero davvero qualcosa non saremmo nelle condizioni in cui ci troviamo”. Ecco cosa sbaglia

    di Riccardo Canaletti

    No, Mario Sechi non sostituirà Barbero, ma qualcuno dovrebbe farlo: avete sentito le cazzate che ha sparato sull’economia? “Se gli economisti ci capissero davvero qualcosa non saremmo nelle condizioni in cui ci troviamo”. Ecco cosa sbaglia
  • “Io, trans e nera, ASSUNTA da Chiara Ferragni per farsi pubblicità e LICENZIATA”. Parla Marayah: “Dalla serie The Ferragnez (Amazon) a pulire i cessi”. Le conseguenze? “Sono tornata a prostituirmi e ho tentato il suicidio…". Un altro caso Strazzer?

    di Grazia Sambruna

    “Io, trans e nera, ASSUNTA da Chiara Ferragni per farsi pubblicità e LICENZIATA”. Parla  Marayah: “Dalla serie The Ferragnez (Amazon) a pulire i cessi”. Le conseguenze? “Sono tornata a prostituirmi e ho tentato il suicidio…". Un altro caso Strazzer?
  • CURVA NORD! Ecco cosa succederà lunedì per Inter Torino: ultras fuori da San Siro e comunicato ufficiale prima della partita. La Questura: chi non entra va in blacklist. E via le bandiere anche dal primo anello verde

    di Jacopo Tona

    CURVA NORD! Ecco cosa succederà lunedì per Inter Torino: ultras fuori da San Siro e comunicato ufficiale prima della partita. La Questura: chi non entra va in blacklist. E via le bandiere anche dal primo anello verde

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore [email protected]

Next

Giù le mani da Elisa di Rivombrosa, di Conte Fabrizio Ristori ce n’è uno solo. Altro che remake...

di Giulia Ciriaci

Giù le mani da Elisa di Rivombrosa, di Conte Fabrizio Ristori ce n’è uno solo. Altro che remake...
Next Next

Giù le mani da Elisa di Rivombrosa, di Conte Fabrizio Ristori...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy