Se c’è una cosa che Dagospia non farà mai, è usare il tatto. Non è certo una critica, anzi, è proprio questa libertà sfrenata che rende il sito di Roberto D’Agostino il “vorrei ma non posso” per chiunque altro (anche perché, spesso, il tatto confina con l’autocensura, un triste must di quest’epoca piagnona per chi vuole continuare a esistere nella sfera pubblica). Dato che sono in grado di dire tutto quello che vogliono, lo fanno. E anche con Imane Khelif, la pugile algerina medagliata olimpica, Dago non si è trattenuto. Ecco come riferisce il sito della partecipazione della pugile medagliata olimpica alla Fashion Week di Milano: “Imane Khelif è arrivata alla settimana della moda di Milano (la notizia è che non è lì per fare il buttafuori). La campionessa algerina iperandrogina prova a mettere a tacere le accuse di essere un uomo e tenta di esprimere un po’ di femminilità alla Fashion Week «con un outfit sexy e seducente». Peccato che mentre sul ring somiglia un maschietto, truccata e vestita da donna sembra un trans del Prenestino”.
Già in occasione del temporaneo extreme makeover di Imane (successivo alla vittoria della medaglia d'oro a Parigi Dagospia aveva picchiato duro, durissimo, più di qualunque avversaria della pugile (che alle Olimpiadi non ha incontrato peraltro particolare resistenza): “Il destino amaro di Imane Khelif: sul ring sembra un uomo, truccata sembra una trans. L’atleta algerina, per mettere a tacere le accuse di essere un uomo, pubblica un video – si leggeva su Dago il 16 agosto – in cui si mostra truccata e sorridente, con addosso un abitino a fiori e orecchini. Una versione aggraziata del sapido bocconcino algerino che però patisce una femminilità fin troppo maschietta (al punto da sembrare una trans del Prenestino)”. Non sorprende che la sua apparizione sulle passerelle di Milano abbia acceso di nuovo la miccia, con tanto di “riciclo” del paragone romanocentrico. Eccessivo? Di cattivo gusto? Sincero? Che importa: viva Dago che le dice e viva anche Imane che alla fine se ne sbatte (anche se annuncia querele a tutto il mondo) e fa quel che vuole anche lei (sperando che sia davvero quello che vuole lei e non magari qualche consigliere interessato ad altro).
Ma, al di là di questo duplice attacco all’insegna dell’irriverenza in stile Dagospia, cosa dire di Imane? C'è chi, come Libero, parla di “mutazione: dai pugni olimpici alla Fashion Week”, sottolineando che “dopo le polemiche ai Giochi sulla sua sessualità, la Khelif è diventata una star: oltre 2 milioni di follower su Instagram. E la moda la corteggia”. Le polemiche fanno bene? A quanto pare sì... Khelif continua a guadagnare attenzione e popolarità (e, probabilmente, contratti). E, nel mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento, l'importante è che se ne parli, giusto? Certo, poi ci sarebbero anche lo sport e la questione dell’equità nelle competizioni, ma…