Non c’è pace neanche fuori dal ring. Imane Khelif torna a parlare del caso mediatico per eccellenza di Parigi 2024. Il suo. E lo fa durante l’intervista per il programma Clique (Channel +) in cui le viene chiesto un parere sulle parole di Elon Musk, Ceo di X, uno dei miliardari più influenti e importanti del mondo, denunciato proprio dalla pugile, ora oro olimpico nel circuito femminile, dopo i suoi tweet contro l’algerina a ridosso dell’incontro con l’italiana Angela Carini. Musk, da tempo orientato verso posizioni politiche vicende alle nuove destre, in particolare a Donald Trump e Giorgia Meloni, aveva espresso il suo parere sullo scontro che l’algerina vincerà a pochi seconi di dall’inizio, per via del ritiro di Carini. Musk scrisse: “Gli uomini non hanno nulla a che fare nello sport femminile”, e poi l’hashtag IStandWithAngelaCarini. Non fu l’unico. Tra i commenti degni di nota anche quelli di Donald Trump e della scrittrice inglese J. K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, tutte e due querelati per cyberbullismo da Khelif. Le azioni legali erano state annunciate già durante i Giochi, ma si sono concretizzate dopo la vittoria di Khelif.
L’accusa è quella di essere un uomo. Nonostante in un primo momento alcuni esponenti di destra avevano definito Khelif una donna transgender, in vero motivo di discussione riguardava tutt’altra condizione: quella di un possibile disturbo dello sviluppo sessuale maschile, che interessa dunque persone con corredo cromosomico maschile (xy). L’ipotesi poggia sulle dichiarazioni dell’International Boxing Association (Iba), che nel 2023 ha squalificato Khelif dai mondiali di pugilato femminile perché non avrebbe soddisfatto i requisiti per gareggiare nella categoria delle donne (si parla di un test genetico che attribuiva a Khelif un cariotipo, quindi un sesso biologico, maschile). Tuttavia non tutti si sono concentrati sulle sottigliezze mediche e c’è chi, come Musk, ha affrontato in modo netto la questione, guadagnandosi così un’azione legale ai suoi danni da parte della neocampionessa algerina. Che ora commenta così le parole di Mister Tesla: “Musk dice di odiarmi, ma non mi conosce nemmeno; non so neanche perché ha promosso questa campagna contro di me. È stato ingiusto con me e con la mia famiglia, con mia madre. Durante quel periodo, mia madre è stata male, è andata anche in ospedale”. Un dolore che Khelif sostiene di aver superato grazie anche alla sua fede: “Non capisco perché il mondo si comporti così al giorno d’oggi. Sono una donna araba musulmana praticante, Dio mi sta aiutando. Ho superato tutto ciò che mi è accaduto. Spero di essere ancora più forte psicologicamente in futuro e tornare a gareggiare con una motivazione maggiore”.