Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, su La Stampa lancia un durissimo allarme sulla recente proposta di modifica della legge 157/92, che regola la protezione della fauna selvatica e la caccia in Italia. Tozzi parla chiaro, anzi, chiarissimo. La proposta di legge è problematica. In cosa consiste? Tra i punti: la possibilità di cacciare nei territori e nelle foreste del demanio statale, regionale e degli enti pubblici; i volatili da poter usare come esche; le aree tutelate delle regioni non potranno superare il 30%, in casi di inadempienza “interviene il Ministero”. Che dire, di fronte a tutto questo Tozzi appare piuttosto preoccupato. “Adesso si pensa addritittrus di peggiorare il tutto con una serie di modifiche che fanno rabbrividire, alla possibilità di cacciare in spiaggia (!), magari con i bagnanti alla riduzione delle aree protette”. Nell’articolo sostiene che già di per sé la legge in questione sarebbe una vera e propria “assurdità, che non avrebbe ragione d’essere”. Dunque, la proposta di modifica non farebbe altro che peggiorare le cose. Tozzi: “Il disegno di legge che arriva in Consiglio dei Ministri non è accettabile sotto alcuna latitudine politica, e eticamente riprovevole, non tiene conto di alcun punto di vista scientifico ed è, sostanzialmente, da rispedire al mittente”. Punto. E che fine fa tutto l’impegno investito negli anni in termini di tutela e conservazione degli animali? “Prefigura severi profili di incostituzionalità”.

Il divulgatore sul quotidiano ricorda l’importanza delle parole insite nella Costituzione: “La recente integrazione dell’articolo 9 della costituzione non deve essere ben chiaro al ministro Lollobrigida ai suoi collaboratori”. Al centro, la tutela dell’ambiente, delle biodiverisità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. Tozzi: “Non si vede in quale modo si possono tutelare gli ecosistemi e la biodiversità facilitando per legge prelievi sempre più ingenti di ‘selvaggina’, né si vede quale sia la forma di tutela degli animali prevista, appunto, dai ‘richiami animali vivi’”. Per l’esperto si rispetterebbe il dettato costituzionale praticamente solo per quello che concerne gli animali di affezione. Per loro sì che ci sarebbero tutele maggiori. Ma allora, come sospetta Mario Tozzi, siamo di fronte a un problema di classificazione tra animali di serie a e di serie b? Dalla caccia alla recente proposta di modifica si passa poi alla legge sui delitti ambientali rimasta, secondo il divulgatore, lacunosa proprio nei delitti contro gli animali. “Invece di approvare sanzioni efficaci e dissuasive a carico di chi commette crimini contro gli animali, a partire dal bracconaggio e dai traffici di specie protette (…) il nostro governo pensa di smagliare ulteriormente una rete dalle aperture fin troppo larghe. In sostanza si legalizzerebbe la caccia di frodo”. Sul finale, Tozzi riflette anche sul fatto che in Italia (per fortuna?) sempre più cittadini sembrano destarsi dal ricordo di un’usanza appartenente a un tempo passato. Sono sempre meno le persone interessate alla caccia. Per di più pare che la stragrande maggioranza sia proprio contraria. Del resto, come scrive Tozzi, “la caccia è un anacronismo e non è decisamente uno sport”.
