Pariamoci chiaro. Quando un film riceve 19 minuti di standing ovation, il messaggio è piuttosto semplice: il pubblico è stato travolto. Dai sentimenti, da una storia diversa, da una regia straordinaria. Ed è esattamente ciò che è accaduto con Sentimental Value di Joachim Trier, presentato in anteprima al 78º Festival di Cannes. Il film ha incantato la Croisette con la storia di una famiglia, di due sorelle, del ritorno di un padre e di un casino incredibile nelle loro vite. Nora (Renate Reinsve), un’attrice teatrale norvegese, insieme alla sorella Agnes (Inga Ibsdotter Lilleaas), si trova a dover riaccogliere il padre Gustav (Stellan Skarsgård), un regista caduto in disgrazia, dopo la morte della madre. Gustav propone a Nora di recitare nel suo nuovo film autobiografico, ma lei rifiuta. Decide allora di affidare il ruolo a Rachel Kemp (Elle Fanning), una giovane star hollywoodiana. È un tempo, quello di Sentimental Value, delicatissimo. Una narrazione dolce e profonda che ha causato una reazione da record. Diciannove minuti di applausi ininterrotti. Si entra nella storia.

La critica sembra piuttosto d’accordo. Per Peter Bradshaw di The Guardian è un film riuscito. Per Kyle Buchanan del New York Times ha forti probabilità di vincere. Su Rotten Tomatoes siamo al 100% di pareri positivi, per Next Best Picture è da 9, per Vogue è “il film più bello che vedremo quest’anno”. Merito delle interpretazioni incredibili degli attori, del sapore umano e dolcissimo di un problema familiare che è di tutti e di nessuno. Per Joachim Trier, già noto per La persona peggiore del mondo, che ci fa vedere cosa vuol dire essere intimo e universale. Sentimental Value. Una storia di minuscola che diventa enorme. Come tutti i film, libri, racconti riusciti che sanno partire da un punto preciso, per scavallarlo e diventare magicamente tutto. Chissà se Sentimental Value riceverà la Palma d’Oro. Quel che è certo è che in una edizione di titoli non particolarmente convincenti (ma iper politicizzati), le facce di chi l’ha visto – in prima o seconda fila, tra gli spalti, o seduto in fondo alla sala durante la proiezione – parlano chiaro. È un successo. È bellissimo. E alla fine, chissenefrega se vince.
