Se l’Italia di “Fleximan” è esistita davvero, c’è qualche probabilità che ritorni ad essere. Sulla sua identità si è discusso moltissimo, con numerose indagini sparse in tutto il nord Italia. Più che di Fleximen si dovrebbe parlare "dei" Fleximan, dal momento che l'antieroe del nord Italia che segava autovelox con un flessibile è stato imitato da molti. Ma quanto è certo è che l'Italia che lo incitava c’è ancora e continua a viaggiare per strada. A rimestare nel livore degli automobilisti potrebbe ora essere il cosiddetto “decreto autovelox”, annunciato solo qualche giorno fa ministero dei Trasporti e ora bloccato improvvisamente del vicepremier e ministro competente Matteo Salvini. In breve la bozza di provvedimento prevede, tra le altre cose, una grande operazione di omologazione per i dispositivi di rilevamento della velocità per uniformarne la tecnologia e semplificarne la gestione a livello generale, oltre alle ricadute burocratiche, cioè multe e ricorsi. Un intento che avrebbe probabilmente comportato lo spegnimento di un gran numero di autovelox in concomitanza con il periodo estivo, da sempre il più redditizio per i Comuni che li installano. Ecco perché l’improvviso stop alla bozza di decreto ordinata da Salvini – che ha parlato di “ulteriori approfondimenti” necessari – secondo alcuni lascia intravedere sullo sfondo una nuova stagione di multe a profusione per gli automobilisti.

A destare particolare attenzione nella bozza di testo del provvedimento – composta da sette articoli – è il punto 6, dove si legge che “i dispositivi o sistemi approvati secondo quanto previsto dal decreto ministeriale del 13 giugno 2017, essendo conformi alle disposizioni dell’allegato tecnico, sono da considerarsi omologati d’ufficio”. In pratica, nella massiccia operazione di omologazione gli autovelox installati oltre quella data godranno anno di una specie di sanatoria tecnica, mentre tutti quelli precedenti dovranno essere disattivati per consentire di portare avanti le procedure descritte. Un’eventualità che, secondo quanto dichiarato al Giornale dall’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, “comporterebbe la disattivazione della stragrande maggioranza dei rilevatori, compresi i tutor 1.0 e 2.0 sulle autostrade” proprio ora che si avvicina il periodo estivo. Ed è proprio in questo periodo dell’anno che gli automobilisti rischiano, ciclicamente, di trasformarsi nei “bancomat” dei Comuni, essendo stangati dagli autovelox posti sulle strade di maggior percorrenza nei mesi in cui ci si sposta per le vacanze.

Questa normativa prevederebbe uno spartiacque per quanto riguarda le sanzioni. Da un lato ci sono quelle comminate dagli autovelox antecedenti al 2017, che necessitano di omologazione. Dall’altro ci sono quelle dei radar ritenuti omologati d’ufficio, per i quali il decreto avrebbe impedito i ricorsi. Ora, lo stop all’iter legislativo lascia poca chiarezza per gli automobilisti in merito a multe e ricorsi, anche perché non è chiara la durata di questa “pausa di riflessione” del ministero. Dal canto degli enti locali, l’estate rappresenta un momento cruciale per fare cassa attraverso gli autovelox, necessità acuita dal taglio ai trasferimenti pubblici a chi presidia il territorio. Parliamo di incassi da milioni di euro, da cui dipende di fatto il destino dei bilanci di molti Comuni. Ma il risultato di questa impasse rischia di essere, ancora una volta, un aumento di rabbia e risentimento negli automobilisti. Ed è questa frustrazione, la stessa che ha incredibilmente legittimato l’operato criminale di Fleximan, a richiamare i fantasmi del passato.
