A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco continua a far discutere. Ma ora la Procura di Pavia rompe il silenzio con una presa di posizione decisa contro le ricostruzioni mediatiche e gli interventi di presunti esperti che, a detta dei magistrati, stanno solo alimentando confusione e illazioni infondate. In una nota ufficiale, si fa presente che, visto il continuo attribuire alla Procura di Pavia “valutazioni, ricostruzioni, attività in corso e persino stati d'animo, i magistrati titolari delle indagini, che aggiornano costantemente il Procuratore sull’accuratezza delle verifiche condotte, si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessari”. Il procuratore Fabio Napoleone ha invitato tutti a rispettare il lavoro in corso, dichiarando che “qualsiasi interpretazione, in assenza di comunicati ufficiali, genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture. Perciò, ogni riferimento alla Procura di Pavia, anche quelli recentemente diffusi, deve considerarsi infondato, se non supportato da comunicazioni ufficiali”. Un avvertimento chiaro: le indagini non si fanno in televisione né sui social, e solo al termine dell’inchiesta sarà comunicato l’esito degli approfondimenti.

Intanto la criminologa Roberta Bruzzone in un'intervista rilasciata al Corriere di Bergamo era intervenuta con fermezza per mettere un punto alle ipotesi che tornano periodicamente a circolare. In particolare, Bruzzone si è espressa nei confronti di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. “Non è stato trovato niente contro Sempio e quello che è emerso ha favorito la prima inchiesta,” ha dichiarato Bruzzone. Ma la criminologa non si è fermata qui. Ha preso posizione anche in difesa della famiglia Poggi. “I genitori di Chiara hanno subìto un intollerabile attacco, illazioni e farneticazioni di ogni genere. La peggiore è stato metterli alla berlina come soggetti che coprirebbero il figlio Marco che sarebbe stato sulla scena del crimine (...) Mi auguro che reagiscano con gli strumenti giuridici per avviare parecchi procedimenti per diffamazione aggravata e anche peggio”. Insomma, Il clima attorno al caso Garlasco si fa sempre più acceso. E in un’Italia sempre più divisa, resta un simbolo di quanto la cronaca nera possa essere distorta quando si sovrappongono interessi mediatici, teorie sensazionalistiche e “esperti” improvvisati. Nel frattempo, la famiglia Poggi continua a portare il peso di un dolore che dura da tanti anni. E la Procura chiede rispetto. Delle vittime, dei fatti e della verità.
