E’ l’amico (ormai ex amico) di Paola Cappa, l’uomo che nel 2007 aveva portato Fabrizio Corona a Garlasco e che aveva anche provato a ritagliare qualche ruolo alle gemelle Cappa nella TV italiana, ma adesso Francesco Chiesa Soprani è diventato – volendolo o meno – uno dei protagonisti dell’assurdo show che s’è creato intorno alle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi dopo gli audio confidenziali in cui Paola torna a parlare della morte della cugina e si lascia scappare passaggi che, oggettivamente, meriterebbero di essere approfonditi. Tipo quello in cui afferma qualcosa come “se parlo io, ma dovranno darmi milioni”, o quello in cui spiega che sua sorella Stefania non s’è mai davvero ripresa da quel 2007. La diffusione di quegli audio e anche la successiva intervista rilasciata alle Iene costò a Soprani, come anche alle Iene e altri soggetti, un esposto al Garante della Privacy firmato proprio da Stefania Cappa.
“Avevo salvato gli audio come promemoria – ha recentemente raccontato Soprani – se la Procura me li chiede non ho problemi a consegnarli”. Non s’è mai capito, però, se quegli audio siano stati acquisiti negli atti dell’inchiesta o meno. Quello che è certo, invece, è che Soprani da quei giorni ha preso una posizione netta. Quasi di attacco frontale verso l’ex mica. Perché è un kamikaze? Perché è alla ricerca di una rinnovata visibilità? Oppure perché se l’è presa a cuore? Domande a cui – anche se sembra la solita frase fatta – solo il tempo potrà dare risposta, con l’impresario dello spettacolo che in queste ore ha scelto i social per ribadire le sue convinzioni circa le indagini.
“Ermanno Cappa denunciami, così mi spiegherai tutto in tribunale – scrive Soprani su Fabeook - Solo un stolto leggendo le SIT non capirebbe che l’alibi di Stefania Cappa è costruito in ogni suo frame: chiamare Lucrezia (un’amica universitaria assente da sempre dalla vita di Stefania) per oltre 40 minuti; chiamare Lucrezia con il fisso di casa Cappa alle 09.37 per dimostrare la sua ubicazione, dopo averglielo anticipato via cellulare; invitare un amico ‘non amico ma conoscente’, in futuro suo marito, in piscina per avere un appoggio solido e non andare in piscina senza trovare alcuno di conosciuto che potesse testimoniare la sua presenza, in effetti lui conferma al tel a Stefania che sarebbe andato per suo conto in e si sarebbero incontrati li…tanto bastava! E poi l’allontanarsi dalla piscina per doversi recare in un posto, così dice l’amico in SIT (cioè a casa Poggi per la morte della cugina Chiara): notizia ricevuta quindi dalla madre in piscina, come confermato dalla sorella Paola nei miei audio e dalla stessa Stefania Cappa alla Provincia Pavese e non sotto la doccia di casa, come detto in SIT dalla madre e poi confermato stranamente da entrambe le figlie. Pensate veramente che il procuratore Napoleone sia stolto?”