Su Garlasco è tutto un casino. Quindi ci sta pure che si possa cominciare da una conclusione: sta per succedere qualcosa di grosso e a tremare non sono più solo un paesino e la sua provincia. Troppi movimenti, troppa concitazione, troppo inseguirsi di notizie che quasi sempre sembrano avere lo scopo di distogliere da qualche altra notizia. Mentre due Procure, quella di Pavia e quella di Brescia, sono a lavoro su due indagini che ormai si fa fatica anche a definire distinte e separate. Perché una, quella di pavia, vuole sì rispondere alla domanda “chi ha ucciso Chiara Poggi?”, ma l’altra, quella per corruzione avviata a Brescia, rischia di arrivare a una certezza: esiste un malaffare talmente radicato in tutto ciò che è “potere” da riuscire non solo a indirizzare indagini, ma anche a cambiare la storia. Delle imprese, dei territori e, purtroppo, delle persone. Su un fronte, quello di Pavia, o sull’altro, quello di Brescia, si arriverà a breve a una qualche svolta. Ecco perché il “ritorno alla carica” di Flavius Savu, il rumeno arrestato proprio pochi giorni fa dopo anni di latitanza (davvero è un caso?), colui che aveva ricattato il sacerdote della Bozzola, don Gregorio Vitali, fa venire ben più di qualche dubbio in più.
Il personaggio è quello che è e il suo passato, fatto di piccoli reati, tentativi di estorsione e ricatti da delinquentello, non aiuta a renderlo credibile. Ma forse, ora che è in carcere in Italia, gli inquirenti lo ascolteranno ancora. Ma quelli di Pavia o quelli di Brescia? E perché, pur sapendo che i magistrati vorranno vederlo e parlare con lui, ha deciso di insistere proprio adesso? Secondo la sua versione, sostenuta dal legale Roberto Grittini, la morte di Chiara Poggi sarebbe direttamente collegata a un presunto giro di abusi e prostituzione, anche minorile, che si sarebbe consumato all'interno del santuario. Chiara, secondo Savu, avrebbe scoperto qualcosa e per questo sarebbe stata eliminata. "Mi ha parlato - ha detto il legale del rumeno - di un collegamento tra la morte di Chiara Poggi e quanto lei avrebbe saputo di ciò che accadeva nel santuario della Bozzola. Secondo Savu, Alberto Stasi è estraneo all’omicidio".
Di sicuro quella ragazza aveva fatto delle ricerche, precise e mirate, su alcuni argomenti come gli abusi sui minori e la Bozzola stessa. Così come si era doumentata sulle procedure da seguire per sporgere una denuncia. Una pista che gli inquirenti non hanno mai suffragato con prove concrete, ma che acquista un nuovo peso alla luce del profilo controverso del suo accusatore e della tempistica del suo arresto. Perché Savu, per anni irreperibile, è stato ritrovato e fatto rientrare in Italia solo ora?
A rendere il quadro ancora più inquietante è un incontro, documentato da un filmato esclusivo da Mattino5, avvenuto in un parco tra tre figure chiave: l'avvocato Grittini (legale di Savu), l'avvocato Lovati (ex legale di Sempio) e l'avvocato Gallo (attuale difensore di Lovati). Sebbene i diretti interessati abbiano parlato di un incontro "casuale", la lunga conversazione tra i tre fa pensare alla necessità di strategie condivise o scambi di informazioni riservate. Ma proprio mentre la Procura di Brescia indaga su un filone di presunta corruzione legato al caso e a quella che Lovati ha definito “massoneria bianca” nel suo ormai famoso sogno?
Tra l’altro, in un’altra delle ormai decine e decine trasmissioni di approfondimento in TV sul Delitto di Garlasco, è appena emersa un’altra agghiacciante verità: un’unghia di Chiara Poggi non si trova più. Vero? Non vero? Difficile dirlo adesso, ma secondo la nuova indiscrezione che già all’epoca dei fatti, quindi nell’agosto del 2017, le unghie della vittima siano state repertate su due soli sacchettini, uno per la mano destra e l’altro per la mano sinistra. Ora, invece, i sacchettini sarebbero diventati nove.