Assalto al parlamento. Ignobile sfregio alle Istituzioni della Repubblica. L’augusta sede del Senato presa di mira da facinorosi. Teppismo che interroga le coscienze di ogni buon democratico va da sé antifascista, essendo la nostra Costituzione, che ha appena festeggiato i 75 anni, nata dalla Resistenza, e guai a non ricordarlo ogni due per tre. Matrice eversiva, forse terroristica, una specie di assedio al Campidoglio formato mignon. Ecco, questi potevano essere i refrain sparati a tutto decibel su pagine, schermi e bacheche nella giornata di ieri, quando un manipolo di vandali ha sporcato di vernice arancione (lavabile, per carità) le finestre del primo piano e il portone di Palazzo Madama. Se gli autori non fossero stati, si capisce, degli appartenenti alla galassia dell’ambientalismo imbratta-tutto.
Invece, siccome si tratta di cinque attivisti di Ultima Generazione, gruppo della rete internazionale Extintion Rebellion (“progetti interconnessi impegnati in una folle corsa: provare a salvare l’umanità”, addirittura), allora non troppo male, dai. Messe nel conto le compiaciute condanne di parte governativa, Meloni, La Russa & C, e qualcuna di rito di gran parte dell’opposizione, tutto sommato l’atto dimostrativo è passato in cavalleria nell’arco di cinque minuti. “Incivili e stupidi”, sì, per il Pd. Ma “dobbiamo prestare ascolto e attenzione sui motivi che li spingono a gesti deprecabili”, per il M5S. Tutto qui? Tutto qui.
Fossero stati di altra ideologia - orchi di destra più o meno estrema, nemici della siringa meglio noti come No Vax, o anche solo qualche vecchio antagonista, magari No Tav, per non parlare di semplici cittadini sanculotti, ovvero con le pezze al sedere per il carovita - apriti cielo, sarebbe venuta giù la slavina dell’indignazione a quadrata difesa dei sacri palazzi contro il mezzo colpo di Stato. Macchè: a sinistra, o presunta tale, dichiarazioni di prammatica, silenzio assoluto in quella che pomposamente si chiama sinistra radicale (Luigi De Magistris, dove sei finito?), e per il resto la mano amorevolmente posata di vecchie conoscenze dell’ecologismo sulla sconsiderata testa di questi ragazzi un po’ discoli, ma alla fine della fiera dei bravi guaglioni.
Doppiopesismo, cancro dell’intelligenza. Bisogna dire però a onor di cronaca che, dopo le epiche imprese estetizzanti contro un quadro di Van Gogh a Roma, il teatro La Scala di Milano, l’Eni Store della Capitale, la farina sulla Bmw dipinta da Andy Warhol, i ripetuti blocchi del Raccordo Anulare di Roma e il muro umano sul Ponte della Libertà a Venezia, qualcuno più mentalmente dotato si sta palesando, fra gli eco-dannunziani. In una lettera di buoni propositi per l’anno nuovo, il movimento Extinction Rebellion ha scritto che intende abbandonare “come tattica primaria”, anche se “momentaneamente”, le “azioni di disturbo pubblico”. Finora, si legge, “sono stati utili a lanciare l’allarme”, ma è necessario “anche far evolvere le nostre strategie”.
Forse non ci voleva il genio per intuire subito che piazzate puramente spettacolari, come giocare a danneggiar per finta dei capolavori, o peggio, sit-in di neanche una giornata che com’è ovvio lasciano il tempo che trovano, ottengono soltanto l’ostilità degli indifferenti a destra e il sostanziale disinteresse, sia pur con simpatia e occhiolino strizzato, a sinistra. Conseguenze a livello di opinione pubblica: zero virgola zero, moltiplicato alla zero, con l’aggiunta di disprezzo ed effetto saturazione. Una scarica di adrenalina per l’ego, un giorno da leoni per non sentirsi pecora, autoerotismo in pubblico per godersi le facce schifate e rabbrividire di piacere. Tutta buona energia sprecata. Se sei “ambientalista” (virgolette d’obbligo, questi fanno più male che bene alla Causa), allora puoi. Per tutti gli altri, gogna e allarme per la democrazia in pericolo. Ma andate a scopare il mare.