“Cara Francesca Pascale, le scrivo questa cartolina per chiederle di iscrivermi al suo partito”. Inizia così l’editoriale di Mario Giordano, in prima pagina su La Verità, dedicato all’ex del Cav ora tornata in politica e pronta, forse, a fondare un partito, o una corrente, o ad associarsi a Marina Berlusconi, che sta facendo virare Forza Italia verso il liberalismo progressista. “Non so ancora come si chiami, né che programma abbia, ma sono sicuro che sarà un partito di successo, dal momento che lo guida una grande statista come lei. Ora che si è anche iscritta all’Anpi e ha pure cambiato il colore dei capelli (da biondo platino a castano ramato) nessuno la fermerà più”. Giordano allude a un presunto “tradimento” di Pascale, che si sarebbe spostata sempre più a sinistra, tanto da vederla già “celebrata in tutti i salotti buoni della sinistra (da Lilli Gruber a Serena Bortone, da Francesca Fagnani a Bianca Berlinguer), nonché celebrata da interviste ossequiose su Repubblica e da paginate entusiate sul Foglio, dove addirittura si guadagna il titolo di ‘vera anti Meloni’. Non male per chi fino a qualche tempo fa non perdeva occasione di ricordarle i suoi trascorsi a TeleCafone con il Calippo”. Il riferimento è ovviamente al video del Calippo che andò effettivamente in onda su TeleCafone, un’emittente napoletana. Video che ora viene spesso ripreso per ridimensionare Pascale agli occhi dei possibili futuri elettori.
Giordano continua: “Si cambia e lei è cambiata tanto: da donna del Calippo ad aspirante Rosa Luxembourg il passo è breve, soprattutto quando si diventa reginette dell’Arcigay. C’è stato un tempo (settembre 2024) in cui dichiarava all’Ansa: ‘Non sono lesbica, sono eterosessuale’ e annunciava richieste di risarcimenti danni (10 milioni di euro) a chi come Michelle Bonev la definiva tale. Poi c’è stato l’outing, la relazione (interrotta) con Paola Turci, la scoperta dei Gay Pride. E così è diventata ‘attivista’, come la qualificava l’altro giorno Lilli Gruber nel sottopancia durante Otto e mezzo”. E a questo punto, dopo la svolta e l’avvicinamento alla comunità lgbtq, Giordano si chiede: “Che cosa abbia attivato, in quanto attivista, non è dato sapere ma l’espressione suona bene. […] Noi ovviamente siamo felici dell’entusiasmo che circonda la sua iniziativa, cara Pascale. E ci accodiamo. È pur vero che definirla ‘erede del Cav’ (Foglio dixit) pare un po’ avventato, dal momento che nella sua vita non ha dimostrato di sapere costruire nulla, a parte un paio di relazioni”. E nonostante gli insuccessi elettorali (alle elezioni comunicali di Napoli prese 88 voti) Giordano si propone comunque per appoggiarla, ironicamente: “Non possiamo fare a meno di chiederle ossequiosamente una tessera. Purché non sia a forma di Calippo”.