Una fuga durata poche ore, quella di Gennaro Maffia, il 48enne italo-venezuelano sospettato del duplice omicidio avvenuto nel quartiere Bolognina di Bologna. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo si era reso irreperibile dalla mattina stessa, tentando probabilmente di lasciare l’Italia a bordo di un volo diretto a Barcellona, da dove avrebbe poi potuto raggiungere il Venezuela, paese d’origine della sua famiglia. La sua fuga, tuttavia, si è conclusa rapidamente: è stato fermato all’aeroporto spagnolo, grazie al lavoro degli agenti della questura di Bologna e del Servizio centrale operativo.
Le vittime, Luca Gombi e Luca Monaldi, rispettivamente di 54 e 50 anni, erano conviventi e legati in unione civile dallo scorso marzo 2023. Dall’ottobre precedente avevano affittato una stanza dell’attico in piazza Unità proprio a Maffia, che lavorava in nero per arrotondare. La tensione in casa è salita quando i due hanno deciso di vendere l’immobile, dove Maffia viveva da circa dieci mesi, e di non voler più ospitare il coinquilino, che avrebbe voluto trasferirvi anche la moglie.
Gli inquirenti ipotizzano che la furia omicida sia esplosa a seguito di un delirio di persecuzione da parte di Maffia, convinto che i due volessero eliminarlo. Nella mattina di ieri, dopo una lite durata oltre un’ora e mezza, il 48enne ha accoltellato mortalmente i due uomini: il primo è stato sgozzato, il secondo eviscerato.
Dopo il delitto, Maffia ha acquistato un biglietto aereo, tentando di travisarsi ma senza successo, e si è diretto verso Barcellona, dove è stato arrestato. A chiamare la polizia a Bologna è stata una vicina di casa, Silvana, una pensionata che aveva più volte sentito litigi provenire dall’appartamento ma mai così violenti come quella mattina.

Il metro quadro delle abitazioni a Bologna è estremamente prezioso, e la decisione di vendere l’appartamento, che era di proprietà ereditata dai nonni e poi dai genitori di Luca Gombi, ha scatenato la crisi tra gli abitanti della casa.
Giovanni Sacco, cugino di Maffia e presente sulla scena del crimine, ha raccontato come il parente fosse ormai in preda a un forte stato di ansia e paranoia. Nonostante i tentativi di aiutarlo, consigliandogli di accettare la buonuscita per lasciare l’appartamento e cercare un nuovo lavoro, Gennaro sembrava incapace di ragionare con lucidità.
La scientifica ha sequestrato diverse armi, tra cui coltelli, e sta ancora analizzando le tracce ematiche trovate nell’appartamento, dove si contano numerosi immobili vuoti, ironia della sorte, in un condominio altrimenti abitato.
Una tragedia nata da tensioni abitative e paure che hanno portato a un’escalation di violenza fatale, con una fuga precipitosa e un arresto internazionale che chiude un capitolo drammatico nella Bolognina.
