La terza guerra del Libano tra Israele e Hezbollah è esplosa con una violenza che ha già prodotto conseguenze drammatiche. Il conflitto, che in molte parti del mondo viene seguito attraverso notizie e immagini che scorrono sugli schermi, rischia di sembrare quasi distante, come se fosse parte di un videogioco come Call of Duty, dove la guerra è ridotta a uno spettacolo virtuale. Tuttavia, sul terreno la realtà è ben diversa. E il dramma è reale, soprattutto per un conflitto che rischia di allargarsi e precipitare con conseguenze difficilmente incalcolabili. La crisi umanitaria sta peggiorando rapidamente, con migliaia di persone in fuga dalle aree colpite e centinaia di vittime civili, tra cui donne e bambini, che non possono lasciare indifferenti. 492 persone sono state uccise, tra cui 35 donne e bambini, e oltre 1.600 altre ferite nei violenti attacchi aerei israeliani nel sud e nell'est del Libano, avvenuti nelle ultime 48 ore, mentre Israele espande le sue operazioni nel Paese dopo aver avvertito i cittadini libanesi di allontanarsi dagli obiettivi di Hezbollah. Sono stati segnalati bombardamenti in diverse città e villaggi nel sud, tra cui i distretti di Sidone, Nabatieh e Tiro. Il traffico pesante è stato segnalato su tutte le strade che dal sud portano verso Beirut, poiché molte persone stanno fuggendo dalle aree di conflitto in quello che appare, nelle drammatiche immagini diffuse sui social, in un vero e proprio esodo. In un comunicato, il Ministro dell'Interno Bassam al-Mawlawi ha ordinato ai comuni di alcune aree, tra cui la Valle della Bekaa a est, Tripoli a nord, Beirut e dintorni, di aprire le scuole e trasformarle in rifugi per accogliere gli sfollati.
Israele persegue nella sua strategia di annichilire Hezbollah. In meno di una settimana, Israele ha inflitto gravi danni alle capacità militari dell’organizzazione paramilitare sciita, compromettendo i suoi sistemi di comunicazione e la catena di comando. Inizialmente, l'esplosione di cercapersone e radio ha ostacolato la capacità del gruppo di coordinarsi. Poi, venerdì, con l'uccisione del comandante operativo Ibrahim Aqil e di 14 alti comandanti delle Forze Radwan, che ha rappresentato una grave battuta d'arresto per la leadership di Hezbollah e il suo Consiglio della Jihad. Tra i membri fondatori della struttura militare di Hezbollah, oggi solo Ali Karaki è ancora in vita. La Seconda Guerra del Libano durò trentaquattro giorni nel 2006. La durata della terza guerra dipenderà in gran parte dalla rapidità con cui Hezbollah deciderà di negoziare. Un'altra questione cruciale riguarda il ruolo dell’Iran, principale sponsor di Hezbollah: rimarrà a guardare o sosterrà la milizia sciita? E come? Nessuno vuole un allargamento del conflitto, ma questo, purtroppo, non significa che ciò possa accadere, come ci insegna la storia. Gideon Levy, un editorialista del quotidiano israeliano Haaretz, afferma che Israele giustifica l'attacco al Libano come un tentativo di garantire il ritorno di 60.000 sfollati nel nord di Israele. “Ma questo si sarebbe potuto ottenere con un accordo, se Israele avesse accettato un cessate il fuoco a Gaza. Israele non è disposto a porre fine alla guerra a Gaza, e così ci troviamo ora in un altro conflitto su larga scala", ha aggiunto Levy. Ha inoltre avvertito che la guerra in Libano è "appena cominciata”, ma che, anche dopo mesi di attacchi, “non si otterrà nulla”. "Anche se si dovesse ottenere qualcosa, sarebbe lo stesso risultato che si sarebbe potuto raggiungere ieri attraverso la diplomazia”, ha aggiunto.
Un'invasione terrestre nel sud del Libano potrebbe diventare necessaria se le truppe israeliane (Idf) non riusciranno a eliminare le postazioni di Hezbollah, i depositi di armi e i siti di lancio nell'area tra il confine e il fiume Litani. Un'operazione di questo tipo implicherebbe l'impiego di unità corazzate, artiglieria, fanteria e forze speciali per perlustrare la zona, effettuare raid e colpire le posizioni di Hezbollah. Tel Aviv preferirebbe evitare tale scenario, data l'elevata esposizione al rischio per le proprie truppe di terra anche se, al momento, non è un’ipotesi da escludere. Come nota l’analista militare James Webb, “tutto suggerisce il fatto che l'Idf stia per attraversare il confine e invadere il Libano. Mentre Israele afferma che lo scopo è colpire Hezbollah, sarebbe sciocco pensare che l'esercito libanese si ritirerà e permetterà che il suo Paese venga invaso da una nazione straniera. Il 2006 non è stata una passeggiata per l’Idf - nota ancora l’esperto -. Questa invasione si rivelerà ancora più costosa e richiederà senza dubbio il coinvolgimento degli Stati Uniti per salvare l'Idf. Eppure, nessuno alla Casa Bianca fiata”. “Una guerra tra Hezbollah e Israele potrebbe uccidere decine di migliaia di persone e scatenare una crisi umanitaria” nota il Quincy Institute. “Potrebbe addirittura trascinare direttamente gli Stati Uniti nel conflitto. L'incapacità dell'amministrazione Biden di usare la propria influenza per scongiurare questa escalation potrebbe avere conseguenze catastrofiche”. E l’Europa? Come al solito, ininfluente…