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È morto l'avvocato "che sapeva tutto", Franzo Grande Stevens. Ma che segreti custodiva? Dalla "cassaforte" Dicembre degli Agnelli al passaggio da Fiat a Stellantis e fino all'eredità contesa...

  • di Beniamino Carini Beniamino Carini

  • Foto di: Ansa

13 giugno 2025

È morto l'avvocato "che sapeva tutto", Franzo Grande Stevens. Ma che segreti custodiva? Dalla "cassaforte" Dicembre degli Agnelli al passaggio da Fiat a Stellantis e fino all'eredità contesa...
La morte di Franzo Grande Stevens segna la fine di un'era legata al potere degli Agnelli, ma i segreti sulla gestione della Fiat, Stellantis e l’eredità familiare restano vivi. Nonostante il suo ruolo fondamentale come avvocato di Gianni Agnelli, molte verità sui giochi economici e familiari rimangono celate. La battaglia legale tra Margherita Agnelli e gli Elkann continua, alimentando misteri irrisolti

Foto di: Ansa

di Beniamino Carini Beniamino Carini

A distanza di anni, il nome di Franzo Grande Stevens rimarrà indissolubilmente legato alla storia della famiglia Agnelli, della Fiat, della Juventus e, perché no, anche ai misteri economici e familiari che da sempre circondano l'impero della dinastia più potente d'Italia. È morto oggi, 13 giugno, a 96 anni, l’uomo che ha passato oltre settant'anni a fare da guardiano di uno degli imperi industriali più imponenti del nostro Paese. Ma chi era davvero Franzo Grande Stevens? E cosa sapeva dei segreti più oscuri della famiglia Agnelli, dell’industria Fiat e della nascita di Stellantis? Un uomo che ha vissuto sul filo tra potere, politica e diritto, Grande Stevens è stato l’avvocato di Gianni Agnelli, un tassello fondamentale per la protezione legale e l’espansione dell'impero Fiat, tanto che nessuno è mai riuscito a mettere in discussione il suo ruolo nell’ingranaggio. Ma dietro quella facciata istituzionale, legata alla difesa della Fiat, della Juventus e dei suoi potenti alleati, si nascondono verità mai raccontate, verità che l’avvocato, per scelta o necessità, ha custodito gelosamente per decenni.

Franzo Grande Stevens (foto Ansa)
Franzo Grande Stevens (foto Ansa)

Il potere di Fiat e Stellantis

La famiglia Agnelli non è stata solo protagonista della storia industriale, ma anche quella dei movimenti finanziari più complessi e a volte oscuri. Grande Stevens, come consigliere di fiducia, ha avuto accesso a informazioni che avrebbero fatto tremare chiunque avesse osato metterle in luce. Le operazioni sulle partecipazioni della Fiat, ad esempio, sono state sempre un terreno minato di manovre legali, societarie e finanziarie. Il passaggio dalla Fiat alla nascita di Stellantis è stato uno degli ultimi grandi affari che hanno segnato la storia recente del settore automobilistico. Ma quanti dei dettagli su come tutto ciò sia accaduto restano ancora segreti? Stellantis, il gigante multinazionale nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA, è il risultato di un'elaborata strategia, su cui Grande Stevens ha avuto una mano non da poco. Se ci si fermasse a guardare il successo pubblicizzato della fusione, pochi sono quelli che si rendono conto delle manovre sottostanti, operazioni di alta finanza che hanno coinvolto numerosi nodi legali e familiari, sfociando in una nuova distribuzione di poteri all’interno della famiglia Agnelli e tra i suoi alleati.

Le Brigate Rosse e la giustizia

Oltre alla sua lunga carriera professionale, Franzo Grande Stevens ha anche fatto parte di alcuni degli episodi legali più drammatici degli ultimi decenni, come il suo ruolo nel processo contro le Brigate Rosse, un episodio che ha segnato la politica e la giustizia italiana. Un uomo che ha vissuto sulla cresta dell’onda in un Paese che lottava con i suoi fantasmi più oscuri, Grande Stevens è stato testimone di tutto ciò che la società italiana non voleva vedere. Le sue consulenze legali, che spaziavano dalla difesa della Fiat a quella dei vertici politici, hanno cementato la sua figura come “l’avvocato che sa tutto”.

Franzo Grande Stevens e Luca Cordero di Montezemolo (foto Ansa)
Franzo Grande Stevens e Luca Cordero di Montezemolo (foto Ansa)

Ruolo nell'impero Agnelli 

Grande Stevens è stato vicepresidente della Fiat e presidente di Toro Assicurazioni, CIGA Hotels e della Compagnia di San Paolo. Nel 2009, è stato coinvolto in un processo per manipolazione del mercato riguardante l'equity swap tra IFI e IFIL (poi diventata Exor), che nel 2005 ha consentito agli eredi Agnelli di mantenere il controllo della Fiat. Secondo l'accusa, l'operazione sarebbe stata tenuta nascosta alla Consob e al mercato. Nel 2013, la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per intervenuta prescrizione.

La "cassaforte" Dicembre e l'eredità

La "Dicembre" è una struttura fiduciaria che ha gestito gli asset familiari, tra cui quelli detenuti da John Elkann, Lapo e Ginevra Elkann. Secondo quanto emerso, alcune operazioni finanziarie sospette, come trasferimenti "fittizi" di quote societarie, sono state effettuate tramite la Gabriel Fiduciaria, controllata da Grande Stevens. Le indagini hanno portato a perquisizioni negli studi legali di Torino e Roma, alla ricerca di documenti originali relativi a queste operazioni.

Conflitti familiari 

Dopo la morte di Gianni Agnelli nel 2003, sono emerse tensioni tra i membri della famiglia riguardo alla gestione dell'eredità. Margherita Agnelli ha intentato cause legali contro i consiglieri di fiducia del padre, tra cui Grande Stevens, per ottenere informazioni dettagliate sul patrimonio familiare. Nonostante ciò, le sue richieste, per ora, sono state respinte dai tribunali italiani.

La morte, un uomo e mille segreti 

Franco Grande Stevens ha chiuso gli occhi all’età di 96 anni, ma i segreti che ha custodito per tutta una vita non sono morti con lui. Per chi sa dove guardare, la sua carriera professionale ha tracciato la storia di un Paese e delle sue dinamiche più oscure, da cui non è mai emersa la verità completa. Chi oggi piange la sua morte non fa i conti con i misteri ancora irrisolti riguardo ai veri poteri dietro la famiglia Agnelli, alla gestione del denaro e al futuro di Stellantis. E come accade sempre, dietro le morti dei giganti c'è sempre qualcuno pronto a prendere il posto di chi se ne va. Grande Stevens, nonostante le sue ultime battute ironiche sul “non aver mai lavorato con i piedi”, ha rappresentato un mondo che, purtroppo, è più vivo che mai. Oggi la sua morte è una fine simbolica, ma la sua ombra sarà lunga, perché il potere e il mistero continuano ad essere gestiti dalle stesse mani che hanno manovrato il destino della Fiat e della Juventus, quelle stesse mani che, con un sorriso e una giacca elegante, hanno dettato le leggi del gioco economico e politico italiano per decenni. Dopo la sua scomparsa, non si potrà più contare su un testimone diretto. Ma le storie, i retroscena e i segreti che ha lasciato non sono destinati a svanire nel nulla. E forse, è proprio in questi silenzi che si nascondono le verità che non vedranno mai la luce.

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