Lo avevamo lasciato sulle pagine de Il Fatto Quotidiano a scrivere un reportage dalla Russia profonda. Con Paper First, la casa editrice dello stesso giornale, era uscito con il libro “Scomode verità. Dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza”. Lo avevamo poi visto, di tanto in tanto, ospite in vari talk show televisivi a parlare, quando della guerra in Ucraina, quando della crisi tra Israele e Hamas. Adesso Alessandro Di Battista è tornato sotto i riflettori per un fatto squisitamente politico. Dagospia lo ha pizzicato a Roma, in zona ponte Milvio, allo stesso tavolo di Nina Monti, collaboratrice, segretaria e braccio destro di Beppe Grillo, il padre del Movimento 5 Stelle (M5s). A quanto pare, Monti avrebbe chiesto un faccia a faccia a Dibba, il tutto pochi giorni prima dell'arrivo di Grillo nella capitale. “Mi ha gentilmente chiesto un incontro. Ma non sono interessato alle questioni interne di un partito che ho lasciato tre anni fa per ragioni politiche”, ha dichiarato Di Battista al Corriere della Sera. Eppure, qualcosa non torna...
Tira un'aria di guerra all'interno del M5s. Da settimane va avanti un singolare braccio di ferro tra Giuseppe Conte e Grillo: rispettivamente presidente e garante/fondatore del movimento/partito. La foto tra Di Battista e Monti ha dunque acceso la fantasia di militanti e opinioni politici: “Ma non è che Beppe ha intenzione di richiamare al fronte la vecchia stellina del M5s per schierarlo al suo fianco in vista della decisiva resa dei conti con Conte?”. È probabile, ma Grillo non sarebbe il solo a pensarla così. Una buona fetta di grillini, compresa una parte dei contiani, ambirebbe infatti a reclutare Di Battista per mobilitare la sua base e scuotere il movimento. Già, perché a differenza di quanto si possa pensare, Dibba ha ancora un discreto seguito e potrebbe pure pensare di attirare anche nuovi consensi. Ci sono poi altri due particolari da non sottovalutare: Di Battista ha ottimi rapporti con Virginia Raggi, l'ex sindaca di Roma schierata al fianco di Grillo, ma anche con l'universo del citato Fatto Quotidiano, più “in sintonia” con il Movimento di Conte.
Chiunque, adesso, vorrebbe trovarsi al posto di Di Battista: tirato per la giacchetta dalla fronda grillina – nel senso di chi, all'interno del M5s sostiene Beppe Grillo – ambito dalla corrente contiana, rispettato come opinionista e giornalista. Qualcosa dovrà però succedere perché il testa a testa Grillo-Conte, in qualche modo si risolverà, prima o poi, a favore di uno o dell'altro. E proprio Dibba potrebbe essere il facilitatore di uno dei due rivali: quale? Chissà... Certo è che Luigi Di Maio, altro fantasista del Movimento poi politicamente finito in malora, ha inviato un po' di segnali a Grillo. In un'intervista al Corriere gli ha consigliato di “stracciare i contratti che ha firmato con il Movimento” perché quella, a suo avviso, sarebbe “l’unica strada che ha per non essere più subalterno politicamente a Conte e per avere chance di vincere la sfida”. Di Maio non ha dubbi nel sostenere che Grillo “ha sbagliato strategia” e che lo scontro interno al partito – ha riportato Repubblica - “è solo uno scontro di potere tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo”. Una scissione causata dallo scontro tra Grillo e Conte non farebbe altro che dimezzare i consensi del M5s, che a quel punto si ritroverebbe diviso in due (o più) partiti. La soluzione? Che la bagarre interna al Movimento si possa risolvere al più presto decretando un solo leone nella savana. Dibba potrebbe insomma essere il jolly decisivo. Il primo che lo pesca, ha buone chance di vincere la partita.