Il premio Nobel vinto nel 2010 da André Geim e Konstantin Novosëlov per la scoperta del supermateriale a "due dimensioni", noto come grafene, ha un valore che sta aumentando sempre di più. In particolare per la società BeDimensional, co-fondata da Vittorio Pellegrini, un ex fisico del Bell Labs e che ora lavora presso l'Iit di Genova, che ha una valutazione di 40 milioni di euro dopo la recente ondata di investimenti nel settore del "deep tech". Questa scommessa finanziaria ha permesso l'ingresso nel capitale di Cdp Venture Capital, capitanato da Enrico Resmini, di due società, Nova Capital, ed Eni attraverso EniNext, un fondo con sede a Boston che investe in tecnologie innovative del futuro. Cosa c’entra questo con l’Italia? È presto detto. Mentre EniNext continua a muoversi tra Statu Uniti (per la fusione nucleare) e la Francia (per l’informatica quantistica), per il grafene guarda all’Italia, in particolare a Genova, dove lavora Vittorio Pellegrini. Il grafene, infatti, presenta delle caratteristiche molte interessanti che sembrano aprire nuove strade verso un futuro più efficiente e tecnologicamente più raffinato. Oltre all’incredibile resistenza di questo tipo di materiali a due dimensioni, si tratta infatti di un ottimo conduttore di elettricità. Vittorio Pellegrini, che è stato alla guida anche della Flagship europea sul grafene, ha fondato un’azienda tecnologica da scienziato, un caso abbastanza eccezionale in Italia ma non così raro all’estero.
È lui stesso a parlarne: « Le radici della nostra società attecchiscono quando nel 2013 mi chiamarono per dirmi: “Creiamo il Real Madrid del grafene qui a Genova, il campione europeo”. Fu così che con Gamucci e Bonaccorso partirono i Graphene Labs con cui abbiamo inventato e brevettato il metodo di produzione dei cristalli bidimensionali». Un’azienda come la sua può tenere in equilibrio la crescita economica e della produzione (ora scalabile) con le esigenze e il rispetto per i criteri scientifici imposti da un materiale tanto nuovo: «Questa è la differenza tra BeDimensional e le altre realtà: possiamo produrre non solo grafene ma anche gli altri materiali bidimensionali e con un livello qualitativo che ci permette di usare il termine grafene nell’accezione scientifica. Per la nostra attività di ricerca abbiamo anche ricevuto un ulteriore milione e mezzo dall’Europa a fondo perduto». Il grafene potrà essere impiegato anche per alcune batterie e per sostituire delle componenti originariamente in metallo, per esempio di auto e aerei. «Grazie al grafene questo superpolimero ha una resistenza all’impatto straordinaria». Ma non finisce qui, perché potrebbe diventare anche il materiale più fashion (e utile per regolare e produrre il calore) del futuro. Insomma, il futuro in molti settori potrà portare la firma made in Italy di uno scienziato, che dalla grafite di una matita.