Il caso di Casal Palocco ha rimesso al centro della questione la legittimità di certi contenuti pensati per i social e per YouTube, considerati estremi o pericolosi per terzi. Secondo alcuni report, come quello dell’Università Link, “Generazione Proteso”, “un giovane su quattro non esclude di fare o farsi del male pur di partecipare”. Cosa spinge questi ragazzi a sfidarsi con contenuti tanto rischiosi, come la 50 ore in Lamborghini che ha portato alla morte del piccolo Manuel, solo 5 anni, e che ora porterà al processo per omicidio stradale per il ventenne alla guida, del gruppo TheBorderline? Sicuramente un ruolo fondamentale è quello del guadagno. Youtuber e creatori di contenuti di questo tipo riescono a guadagnare molto fin da subito, come nel caso proprio dei ragazzi coinvolti nella morte di Manuel Proietti. Secondo l’Ufficio Camerale, nel 2022 la The Borderline Srl avrebbe fatturato 188.333 euro e gli utili sarebbero stati 46mila. Il presidente del consiglio di amministrazione è uno dei fondatori del gruppo, Matteo Di Pietro, il ragazzo accusato di essere alla guida della Lamborghini Urus al momento dell’incidente, durante la challenge “50 ore a bordo di una Lamborghini Urus”. Inizialmente il capitale della società era di 10.000, 5mila versati direttamente da Matteo Di Pietro, mentre l’altra meta da il Consigliere della società, Leonardo Golinelli. Le attività dei The Borderline sono di vario tipo e vanno da “qualsiasi attività che possa essere svolta nel ramo dell’editoria musicale” fino alla “diffusione e vendita di prodotti audiovisivi di qualunque genere e durata destinati al web”. In altre parole, i The Borderline avevano in cantiere progetti di vario genere legati a vari tipi di contenuto, nonostante le sfide estreme (per esempio “Vivo 50 ore in isolamento”) rendessero bene. Un obiettivo, apparentemente lontano da tutto questo, era quello di potersi occupare anche di punti di ristoro, locali e alberghi. Ma chiaramente sarebbe dovuto passare del tempo.
Alla base dei guadagni ci sono le pubblicità, regolamentate dal canale di diffusione stesso, in questo caso YouTube. I guadagni dovuti alle pubblicità vengono infatti divisi proporzionalmente tra i creator e la piattaforma. Ancora adesso, per esempio, nonostante l’accaduto, sia YouTube che la società dei The Borderline possono continuare a guadagnare dalle pubblicità ancora attive sui video passati del collettivo. Accanto a questa forma di guadagno, che sta alla base delle entrate, ci sono poi le collaborazioni con i brand, così come avviene nel caso degli influencer. Tra i collaboratori di rilievo, nel caso dei The Borderline, abbiamo anche Sony Italia, che avrebbe pubblicizzato con loro una linea di macchine fotografiche. A posteriori uno dei loro psot sembra davvero invecchiato male. Sony Italia infatti scriveva: “Che ne pensate dei loro video? A noi divertono tantissimo ecco perché non abbiamo esitato a dar loro qualche prodotto Alpha per avere il meglio della qualità foto/video”. Le collaborazioni possono svilupparsi in modi diversi. In alcuni casi semplicemente l’azienda cede gratuitamente dei prodotti con la promessa che questi vengano citati nei prodotti audiovisivi del canale. In altri casi, invece, si tratta di veri e propri contratti all’interno dei quali rientrano anche i prodotti da pubblicizzare, ma in più una somma di denaro. Infine gli eventi, il merchandise, i viaggi con gli iscritti, il supporto volontario della base e tutto quello che esula direttamente dai video postati. Ecco come si arriva alle cifre citate, che sono quelle tipiche di canali appena aperti, mentre realtà più strutturate possono raggiungere profitti molto più importanti. Soldi, tuttavia, che almeno in questo caso serviranno a poco.