Mancano meno di 24 ore all’apertura ufficiale dei seggi per le elezioni presidenziali americane che da giorni catalizzano le attenzioni e anche le preoccupazioni del mondo. Oggi, 5 novembre è l’Election day: l’ultima data utile per poter far sentire la propria voce e scegliere chi dovrà governare questo paese per i prossimi 4 anni. Negli ultimi sondaggi pubblicati, la corsa alla Casa Bianca sembrerebbe più serrata che mai: Donald Trump e Kamala Harris, protagonisti di una sfida all’ultimo voto, sarebbero attualmente in una situazione di quasi parità secondo i dati raccolti da diverse fonti di rilevazione. Ma ciò che cattura l'interesse degli esperti è una serie di proiezioni che segnalano un possibile vantaggio di Trump sia nel voto popolare sia nei voti del collegio elettorale. Significa che l’ex presidente in questo momento sarebbe il candidato favorito. Oggi gli esperti di statistica e analisi elettorale suggeriscono che Trump potrebbe essere in grado di conquistare entrambi i fronti, grazie a una base elettorale ampia e attivamente mobilitata.
Statistici e analisti come Nate Silver e altri noti esperti di sondaggi hanno osservato trend particolarmente favorevoli per Trump in stati chiave, incluse regioni solitamente incerte e decisive per l'assegnazione dei voti elettorali, come la Pennsylvania, il Wisconsin e il Michigan. Il suo vantaggio non è solo nella partecipazione dei sostenitori tradizionali ma anche in un aumento del sostegno da parte di elettori che, nelle scorse elezioni, erano rimasti indecisi o non avevano votato. Le notizie dell’ultima ora parlano di un “massive shift”: una "svolta radicale" che indica un profondo e significativo mutamento nel tessuto sociale e culturale del paese, con conseguenze durature sulle dinamiche politiche future. Un concetto che si è manifestato in vari aspetti di questa campagna elettorale e nei suoi risultati. Un esempio di questa “ongoing transformation” è stata la modifica delle registrazioni di appartenenza politica in alcuni stati chiave - Pennsylvania, Michigan, Georgia - dove l'elettorato ha mostrato una propensione a cambiare il proprio orientamento politico rispetto alle elezioni precedenti. Questo spostamento ha riflettuto un crescente disincanto da parte di alcuni segmenti della popolazione verso l'establishment politico tradizionale: quindi la tendenza verso un ritorno a politiche percepite come più conservative. E non solo. In queste settimane l'affluenza alle urne è aumentata, con un numero record di votanti sia per posta che in presenza attraverso “l’early voting”. Questo cambiamento nella partecipazione ha portato alla ribalta nuovi gruppi di elettori, come i giovani e le minoranze, la cui mobilitazione avrà certamente un impatto diretto sui risultati finali.
La pandemia e le tensioni sociali degli ultimi anni hanno indotto un cambiamento radicale nell'atteggiamento verso il voto anticipato e le modalità di voto alternative, ridisegnando la mappa elettorale. Inoltre, l'influenza dei social media e della "cancel culture" ha generato un contesto in cui la polarizzazione politica ha raggiunto nuovi estremi, spingendo alcuni elettori a ridefinire la propria volontà di appartenenza e identità politica. L’aumento della radicalizzazione, la diminuzione della tolleranza verso le opinioni divergenti, ha inciso profondamente in questo periodo storico sui rapporti tra elettori e partiti: soprattutto sulla capacità di questi ultimi di attrarre nuovi elettori. We the People: mai come in questo momento storico il popolo ha in mano le sorti del futuro di questo paese, che è già una grande vittoria. E allora, in bocca al lupo America!!!