La faida della famiglia Agnelli-Elkann, legata alla causa sull’eredità dell’Avvocato e della moglie Marella Caracciolo, di certo non si è conclusa con il maxi sequestro agli indagati John, Lapo e Ginevra Elkann, in guerra con la loro madre Margherita Agnelli, il notaio svizzero Urs Von Grueningen e il commercialista torinese (nonché presidente della Juventus) Gianluca Ferrero; a cui si aggiungono anche i quadri di Villar Perosa, Villa Frescot e delle residenze svizzere “blindati” dalla Guardia di Finanza (fonte Dagospia), e la scoperta di due “trust ‘fittizi’ alle Bahamas, ‘donazioni false’ di opere d’arte e oggetti preziosi per un valore di centosettanta milioni”, per Ansa. Anzi, tanto per essere precisi, bisogna sottolineare che la questione sembra essere lontana anni luce dalla sua fine. Gli ultimi aggiornamenti sul caso parlano di un interessamento degli inquirenti su alcuni aspetti segreti, o forse addirittura nascosti, della dinastia della famiglia. Infatti, riportato da TorinoCronaca, “la Procura di Torino aspetta ancora le ultime rogatorie internazionali per ‘aggredire’ i conti sparsi nei paradisi fiscali europei, dal Lussemburgo al Liechtenstein. E la loro ipotesi è che possano spuntare altre sorprese in merito alla presunta evasione di cui sono indagati i fratelli” Elkann. Un aspetto che, quindi, giustificherebbe anche i quasi 75 milioni di euro sequestrati. Infatti, per gli inquirenti esisteva, rivela ancora la testata, “il rischio che i soldi potessero nuovamente essere spostati dai conti (tra cui due trust alla Bahamas, Providenza Settlement e Settlement Due). Ma le indagini non sono ancora finite [...] L’obiettivo è mettere le mani sull’intera geografia di denaro e società fiduciarie che va dalla Svizzera alle Isole Vergini Britanniche”. Intanto si cerca di fare luce anche su alcuni passaggi della biografia di “lady Fiat”...
Negli ultimi giorni, infatti, sembra aver assunto grande importanza la biografia di Marella Caracciolo Ho coltivato il mio giardino, un libro scritto dalla stessa vedova Agnelli assieme alla nipote Chia, edito da Adelphi e pubblicato nel 2014, quindi cinque anni prima della morte della donna. Ed è proprio tra alcuni passaggi celati in queste pagine che potrebbe esserci delle informazioni legate al dubbio sulla residenza della Caracciolo durante gli ultimi anni della sua vita. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, infatti, “prima di consegnarlo alle stampe la bozza deve essere riletta con attenzione, non dalle autrici ma dai legali della famiglia. E sarebbero proprio quest’ultimi a sottolineare la necessità di integrare alcune pagine affinché traspaia con maggiore chiarezza la residenza svizzera della vedova dell’Avvocato: non più a Saint Moritz, ma nello chalet ‘Icy’, a Lauenen”. Inoltre, sottolinea adesso TorinoCronaca, “tra chi avrebbe dato il via libera alla pubblicazione, nel 2014, ci sarebbe anche il nipote John Elkann: lo dimostrerebbe un fitto carteggio via e-mail riportato nel decreto di sequestro. Dove si sottolinea l’esistenza di quest’altra prova del ‘disegno criminoso per sottrarre un ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane’”.