Il patrimonio della famiglia Agnelli non è certo di poco conto, tutt’altro. Ma, al di là dell’immensa liquidità di cui dispongono, hanno anche beni mobili di un certo valore. Tra questi spicca una residenza molto importante, ovvero la tenuta che fu della famiglia Agnelli-Piaggio tra Firenze e il mare. Non una normale dimora, ma 400 ettari nel comune di Montopoli Valdarno, il cui valore economico non è dettato solo dal pregio e dalle dimensioni della struttura, bensì anche dalla sua storicità, visti i personaggi famosi e gli intellettuali di ogni epoca che vi hanno soggiornato. Come spiega Lionard Luxury Real Estate, che si sta occupando della vendita dell’immobile, si tratta della tenuta di Varramista, che si trova intorno alla villa padronale del quindicesimo secolo chen per molto tempo è stata la residenza della famiglia Agnelli-Piaggio. Ma di che tipo di villa si tratta? La proprietà è composta da molti casali, di cui quattro completamente ristrutturati e tre dotati ciascuno di piscina privata, due cantine vinicole (una delle quali dedicata esclusivamente alla fase dell’invecchiamento, con una produzione in parte a conduzione biodinamica è biologica), una cappella privata, una limonaia e alloggi per il personale. Superficie totale? Si tratta di oltre 14.500 metri quadrati.
Ma, dopo la vendita di Villa Frescot, viene spontaneo chiedersi se non ci sia aria di crisi all’interno di una delle famiglie più ricche del Paese. Anche perché, il prezzo a cui è stata messa in vendita la villa è sì alto, ma nemmeno folle visto il pregio e soprattutto il prestigio della proprietà, tanto che ha un giardino all'italiana e fu progettata niente di meno che dal famosissimo scultore e architetto Bartolomeo Ammannati. Stiamo parlando, infatti di (soli) 16 milioni di euro per un’opera d’arte del 1589. Che sia una sorta di Villa Frescot 2.0? Ricordiamo che la Frescot era la più amata dall’avvocato Gianni Agnelli, una villa ottocentesca che si ergeva sulle colline torinesi, venduta per volontà di Margherita Agnelli, la figlia dell’avvocato, che aveva deciso di liquidare l’immobile non più utilizzato alla cifra di 10 milioni di euro.