Ma cosa sta accadendo alla famiglia Agnelli? La giornalista Jennifer Clark di recente ha dedicato alla royal family dell’imprenditoria torinese intitolato L’ultima dinastia, ma a dire il vero si dovrebbe parlare di una nuova dinastia. Questa, infatti, arrivata ormai alla sua quinta generazione, non solo ha cambiato nome, sotto la guida di John Elkann, nipote dell’avvocato Gianni Agnelli, ma sembra aver cambiato anche gli obiettivi e gli interessi. Basta con l’auto, e quindi con la Fiat che nel frattempo è stata inglobata in Stellantis, e via con vari investimenti tra editoria, vecchia passione della famiglia, moda e sanità privata. Inoltre, gli ultimi venti anni sono stati caratterizzati anche da una tediosa guerra legale tra Margherita Agnelli e i suoi tre figli, lo stesso John, Lapo e Ginevra Elkann. Insomma, cosa è rimasto delle radici familiari e imprenditoriali? A chiederselo è Giosuè Boetto Cohen su Quattroruote, in un articolo intitolato “nella valle degli Agnelli”. Tutto, infatti, sembra ruotare intorno a un solo luogo, Villar Perosa. “Tutto - si legge sul periodico automobilistico - sembrava che fosse cominciato lì, in riva al torrente Chisone”. L’immensa ed elegante villa nascosta tra le montagne piemontesi, infatti, era diventata il centro della vita e degli affari della dinastia, ma anche un luogo di culto per i cittadini comuni. “Chi non poteva permettersi lo sci - scrive Boetto Cohen - godeva lo stesso, perché sapeva che sui prati di Villar andava a sgranchirsi le gambe la Juventus. La Vecchia Signora dava spettacolo nella partita amichevole di fine estate, appuntamento impagabile, imperdibile, per grandi e piccini, con l’Avvocato che compariva benedicente”. Adesso, però, la casa sembra abbandonata, i calciatori non si vedono, e, sottolinea il giornalista, “la Fiat come impresa non esiste più […] quanto allo stabilimento Riv-Skf […] è fermo per due terzi: di seimila operai ne restano trecento”. Insomma, cosa sta succedendo all’ultima dinastia? “Il parco principesco di casa Agnelli - riporta Quattroruote -, almeno da fuori, almeno oggi, sembra ancora perfetto. Quasi imbalsamato. Ma la palazzina del ‘700, con la dependance dei bambini, la poolhouse disegnata da Gae Aulenti, le serre e i mirabili giardini architettonici - descrive Boetto Cohen -, non è mai sembrata così vuota. E le case vuote - scrive il giornalista - hanno un sentore di morte”…
Cohen non lo dice, o meglio non lo chiede, ma sembra intenderlo: la dinastia sta morendo? Chissà. John intanto, nonostante tutte le critiche e le polemiche (e gli scandali), continua a portare avanti i vari business degli Agnelli, quasi sentisse il compito di tenere in vita le volontà del nonno. Ciò che non morirà, a quanto pare, è proprio Villar Perosa, dove, scrive il giornalista di Quattroruote, “qualcosa sta succedendo”. Nello specifico, “la notizia più importante è che - nella - parte più penalizzata della fabbrica […] sta per arrivare nelle mani di nuovi padroni”. Si tratta della Ori Martin, che ha annunciato, riporta Boetto Cohen, “di voler fare di Villar Perosa un anello cruciale della nuova sidermeccanica europea. Anche per l’auto”. Inoltre, adesso è presente anche “il monumento a Gianni Agnelli che è stato donato alla città da Margherita e da lei inaugurato in aprile”, e infine, continua il giornalista, “una porzione della casa addormentata è stata cinta di ponteggi, è comparsa una gru e si stanno sostituendo le lose del tetto. Pulizie di primavera o make-up per presentarsi meglio, magari a visitatori interessati?” chiede Boetto Cohen. Insomma, a quanto pare la residenza storica degli Agnelli sembra essere destinata a un futuro diverso. Chissà, magari diventerà un museo, a voler rendere ancora più evidente la caducità della dinastia, o forse sarà messa in vendita, proprio come Margherita (figlia dell’Avvocato e di Marella Caracciolo) ha fatto con Villa Frescot e l’attico romano del padre. Insomma, si legge su Quattroruote, c’era un tempo in cui “gli Agnelli come amministratori, saggi, dispensatori: feudatari del luogo, ma con un potere che andava ben oltre, influenzava tutto il Paese. Un po’ come succede ai Windsor. E ai regnanti si conviene un’adeguata dimora. Villa Agnelli lo è stata per sette generazioni”. Ma, sottolinea Boetto Cohen, “il filo d’oro adesso è nelle mani di Margherita […] sarà lei la donna del destino?”.