Abbiamo pubblicato un articolo parlando della rivista Dress Code Magazine che, in base a quanto riferito da diverse persone che hanno sporto denuncia per truffa, riportava le accuse secondo le quali la testata non avesse un cartaceo come al contrario sosteneva di avere, non retribuisse i propri collaboratori e non fosse realmente distribuita sui Frecciarossa e negli hotel a 5 stelle come sostenuto. Questa la replica della rivista: “Siamo una testata registrata e protocollata nel registro stampa presso il tribunale di Padova, editata da Malibù edizioni e diretta da I.G. quale direttrice responsabile dei contenuti, e ci sembra piuttosto normale che la giornalista in quanto direttrice promuova il suo lavoro su Instagram”. E sulla questione che il profilo Instagram del magazine sia bloccato nei confronti di determinate persone: “La rivista ha un profilo pubblico su Instagram, @dress_code_magazine”. E sul mancato pagamento delle prestazioni: “La questione dei fashion blogger e blogger che hanno scritto per noi in passato si riduce a un accordo di collaborazione, gestito anche tramite email, per il quale alcuni dei loro contenuti ci venivano redatti per essere pubblicati in forma gratuita, quindi senza compenso e in maniera consensuale”. E sulla distribuzione del cartaceo: “Le copie cartacee del magazine possono essere acquistate attraverso il nostro sito internet che mette a disposizione diverse possibilità di abbonamento o di singola copia, oltre ad essere reperibili in maniera gratuita in alcuni hotel 5 stelle di tutta Italia, in alcune lounge dei principali aeroporti italiani, secondo quanto riportato nel nostro sito dresscodemagazine.it”. E sulle persone che hanno sporto denuncia nei loro confronti: “Per quanto riguarda le querele e gli esposti che ci imputano se ne stanno occupando i nostri legali, informati dei fatti nella totalità della cosa, che coinvolge atti di diffamazione, calunnia e atti persecutori da mesi. Esistono ormai ore di stories dove si va ben oltre la violenza di genere, l’offesa pubblica, la diffamazione e l’atto persecutorio. Sono già partite le prime diffide e le querele a tutela dell’immagine e del buon nome della rivista e delle persone che vi lavorano”.
A replicare in prima persona anche I.G, direttrice responsabile. Sulla registrazione in tribunale della testata: “La rivista Dress Code è regolarmente registrata presso il tribunale di Padova. La testata oltre a essere registrata ha periodicità bimestrale e viene distribuita in abbonamento e in selezionati luoghi, come perfettamente lecito e come spesso accade per riviste della stessa natura. Il numero di registrazione è indicato, come richiesto dalla legge, sul colophon della rivista e anche sul sito on line”. E sul suo ruolo professionale: “Per quanto mi riguarda, sono iscritta all’Albo dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, nell’elenco dei Professionisti, da molti anni. Aggiungo per chiarezza e trasparenza, anche se la circostanza non è di interesse alcuno per i lettori ed appartiene alla mia sfera privata, che dirigo la rivista sulla base di un regolare incarico professionale, sulla base del quale percepisco una retribuzione, da me debitamente fatturata. Preciso infine, in risposta alla domanda su come si evolverà la situazione, che, all’evidenza, io non ho risposte, non competendo a me fare chiarezza sulle citate controversie legali”.