L’Italia, secondo quanto dichiarato dal ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, è l’unico Paese europeo ad avere un solo produttore automobilistico, ovvero Stellantis. Si tratta, tanto per fare chiarezza, di un colosso del settore nato nel gennaio del 2021 dalla fusione tra i gruppi Fiat Chrysler Automobiles e i francesi Psa. Un matrimonio particolarmente caldeggiato da John Elkann, erede dell’avvocato Gianni Agnelli e presidente del Gruppo, ma che ha portato una serie infinita di polemiche. Dalla delocalizzazione agli stabilimenti italiani in cassa integrazione (soprattutto la storica fabbrica di Mirafiori), tanto per citarne un paio. Insomma, sembrerebbe che a Stellantis dell’Italia, nonostante le continue dichiarazioni d’amore di Carlos Tavares, l’amministratore delegato, importi veramente poco. Ma forse al Gruppo interessa poco dell’intera Europa visto i suoi movimenti sempre più attivi in Africa. Comunque sia, c’è stato qualcuno che, anni fa, ha tentato di avvertirci di tale situazione. Sergio Marchionne (ex ad di Fiat), infatti, secondo le dichiarazioni della giornalista del Corriere della Sera Bianca Carretto, non avrebbe mai stretto accordi con i francesi; anzi, lui “la Fiat non l’avrebbe mai venduta”, come ha sottolineato a 100 minuti su La7. Ma siamo proprio sicuri? Qualcuno su questo punto avrebbe dei seri dubbi…
In occasione dello stesso programma televisivo, questo condotto da Corrado Formigli e Alberto Nerazzini, e in seguito all’inchiesta intitolata “Autostop” e condotta da Giovanna Boursier, in studio è intervenuto Gad Lerner, uno che ha avuto a che fare molto da vicino sia con Gianni Agnelli, quando ricopriva il ruolo di vicedirettore de La Stampa negli anni ’90, giornale di cui l’Avvocato era editore, sia con John Elkann quando quest’ultimo ha comprato La Repubblica. Insomma, la visione di Lerner differisce da questo presunto luogo comune che vede Marchionne paladino dell’auto italiana. In tv, infatti, il giornalista ha dichiarato che la grande polemica su Stellantis “non è una storia cominciata adesso. Quando dieci anni fa la Fiat […] sposta la sede fiscale e legale all’estero, la politica italiana tace in blocco […] in questa inchiesta molto bella di Giovanna Boursier - continua Lerner -, la figura di John Elkann è messa proprio pesantemente in discussione, mentre emerge come una nostalgia di Marchionne, ma l’operazione di esternalizzare le produzioni, magari l’avrebbe voluta più con gli americani che con i francesi, ma ce l’aveva in mente già”. Così, la malinconia del manager italo-canadese si spezza… L’ultimo salvatore dell’auto italiana, colui che aveva salvato la Fiat dal default, si ricorda che quando entrò nell’azienda torinese questa perdeva qualcosa come due milioni di euro al giorno (come ricordato dalla stessa Boursier nel suo reportage), e che in questi cinque anni dalla sua morte è stato dipinto quasi come un eroe dell’imprenditoria tricolore; insomma, ma davvero (anche) Marchionne voleva vendere la Fiat agli stranieri?