Intanto l’unica cosa certa è che si scava ancora. E ogni scavo fa più rumore del precedente…
Nel caso Orlandi, quarant'anni dopo, riaffiorano ombre e piste sepolte sotto decenni di misteri, omissioni e depistaggi. Stavolta il nuovo spunto arriva da Di Martedì, talk politico su La7. A parlare è Roberto Morassut, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Orlandi-Gregori. Il tono è prudente, ma il contenuto è una mina: «C’era una linea di indagine che andava nella direzione del mondo dello spettacolo borderline, pornografia, giornali erotici». Una zona grigia dove sesso, cinema di serie Z e adescamento si sfioravano pericolosamente. Morassut racconta l’episodio di una giovane attrice contattata negli anni Ottanta da un presunto talent scout per girare un peplum “un po’ scollacciato”. L’appuntamento era a Trastevere, davanti all’ex cinema Roma. Una macchina di lusso, un uomo distinto, parole educate: «Le chiese se voleva intraprendere quel tipo di carriera. Alla sua risposta negativa, fu lasciata andare via senza pressioni». Un dettaglio non da poco, però, è l’identikit dell’uomo: ben vestito, modi affabili, dentro una berlina. «Fa pensare, dico fa pensare, a De Pedis», dice Morassut. Il riferimento è a Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana, sepolto per anni nella basilica di Sant’Apollinare. E legato a doppio filo con i misteri vaticani.


Secondo il vicepresidente della commissione, ci sarebbero “figure” ancora oggi rintracciabili, altre scomparse in quel “mondo carsico” dove le tracce si perdono. Ma Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, non ci sta: «Sembra dalle parole di Morassut che le prime indagini portassero alla pista dello spettacolo, cine porno ecc. Ma quale pista? Nei primi giorni nessuno indagò. La polizia ci disse solo: andate in giro e se trovate qualcosa, fatecelo sapere».
L’affondo è diretto, quasi sdegnato: «Mi preoccupa il fatto che in commissione disconoscano i fatti base della vicenda. Se fosse vero significherebbe che il Vaticano per 42 anni ha preferito subire accuse di ogni tipo pur di coprire un giro di adescatori del porno?». La domanda finale, secca: «Emanuela adescata nel circuito dello spettacolo e poi? Mha». Uno scetticismo legittimo, considerato che questa "nuova" pista sa di déjàvu mai chiarito.

