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Emanuela Orlandi COINVOLTA NELLA POR*OGRAFIA? Il fratello Pietro: “Se fosse vero il Vaticano, pur non essendo responsabile, avrebbe preferito subire le accuse di mezzo mondo pur di difendere un gruppo di adescatori? Mah...”

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

  • Foto di ANSA

13 giugno 2025

Emanuela Orlandi COINVOLTA NELLA POR*OGRAFIA? Il fratello Pietro: “Se fosse vero il Vaticano, pur non essendo responsabile, avrebbe preferito subire le accuse di mezzo mondo pur di difendere un gruppo di adescatori? Mah...”
Nel caso di Emanuela Orlandi rispunta la “pista porno”: la Commissione d’inchiesta sonda legami tra la scomparsa della quindicenne cittadina vaticana e un sottobosco fatto di erotismo e cinema borderline. A raccontarlo in TV è Roberto Morassut, che cita documenti su adescatori, peplum scollacciati e figure “che fanno pensare” a Enrico De Pedis. Il fratello però smonta tutto: “Nessuna indagine all’epoca, nessuna pista seguita e poi abbandonata. Solo silenzio”. E lancia la provocazione: “Davvero il Vaticano ha preferito anni di accuse pur di coprire gente del porno?”.
Intanto l’unica cosa certa è che si scava ancora. E ogni scavo fa più rumore del precedente…

Foto di ANSA

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Nel caso Orlandi, quarant'anni dopo, riaffiorano ombre e piste sepolte sotto decenni di misteri, omissioni e depistaggi. Stavolta il nuovo spunto arriva da Di Martedì, talk politico su La7. A parlare è Roberto Morassut, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Orlandi-Gregori. Il tono è prudente, ma il contenuto è una mina: «C’era una linea di indagine che andava nella direzione del mondo dello spettacolo borderline, pornografia, giornali erotici». Una zona grigia dove sesso, cinema di serie Z e adescamento si sfioravano pericolosamente. Morassut racconta l’episodio di una giovane attrice contattata negli anni Ottanta da un presunto talent scout per girare un peplum “un po’ scollacciato”. L’appuntamento era a Trastevere, davanti all’ex cinema Roma. Una macchina di lusso, un uomo distinto, parole educate: «Le chiese se voleva intraprendere quel tipo di carriera. Alla sua risposta negativa, fu lasciata andare via senza pressioni». Un dettaglio non da poco, però, è l’identikit dell’uomo: ben vestito, modi affabili, dentro una berlina. «Fa pensare, dico fa pensare, a De Pedis», dice Morassut. Il riferimento è a Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana, sepolto per anni nella basilica di Sant’Apollinare. E legato a doppio filo con i misteri vaticani.

ANSA, Pietro Orlandi al sit-in per il compleanno di Emanuela
ANSA, Pietro Orlandi al sit-in per il compleanno di Emanuela
https://mowmag.com/?nl=1

Secondo il vicepresidente della commissione, ci sarebbero “figure” ancora oggi rintracciabili, altre scomparse in quel “mondo carsico” dove le tracce si perdono. Ma Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, non ci sta: «Sembra dalle parole di Morassut che le prime indagini portassero alla pista dello spettacolo, cine porno ecc. Ma quale pista? Nei primi giorni nessuno indagò. La polizia ci disse solo: andate in giro e se trovate qualcosa, fatecelo sapere».

L’affondo è diretto, quasi sdegnato: «Mi preoccupa il fatto che in commissione disconoscano i fatti base della vicenda. Se fosse vero significherebbe che il Vaticano per 42 anni ha preferito subire accuse di ogni tipo pur di coprire un giro di adescatori del porno?». La domanda finale, secca: «Emanuela adescata nel circuito dello spettacolo e poi? Mha». Uno scetticismo legittimo, considerato che questa "nuova" pista sa di déjàvu mai chiarito.

Pietro Orlandi
ANSA, Pietro Orlandi
https://mowmag.com/?nl=1

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